I numeri della fame

Giornata mondiale dell’alimentazione dedicata al diritto di non soffrire la fame. Più precisamente, di avere accesso regolare e in maniera autonoma a un’alimentazione sufficiente per il proprio sostentamento. A undici anni dal Vertice Mondiale dell’Alimentazione (il World Food Summit, tenutosi a Roma nel 1996), ci sono 58 milioni di persone in più che non godono di questo diritto. Siamo quindi ben lontani dall’onorare l’impegno preso in  quella occasione di dimezzare il numero delle persone che soffrono la fame entro il 2015. Attualmente infatti ci sono 820 milioni di persone denutrite nei paesi in via di sviluppo, 25 milioni nei paesi in transizione e 9 milioni in quelli industrializzati. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao), la situazione è anche aggravata dalla crescente pressione economica sui beni alimentari di base, come il grano e il latte, i cui prezzi sono saliti recentemente in modo incontrollato, a causa del  clima, dalla produzione di biocarburanti e dall’aumento della richiesta.

Moltissime le iniziative che vedono  coinvolte oltre 150 nazioni. Tra quelle di risonanza mondiale, il 21 ottobre prossimo avrà luogo a Roma la maratona “Run for Food” e una fiaccolata partirà la sera del 22 ottobre a Samoa (Oceania) per spostarsi attraverso i fusi orari del mondo coinvolgendo varie città, tra cui Yokohama in Giappone, Erevan in Armenia, Lusaka in Zambia, Bratislava in Slovacchia, Quito in Ecuador e Roma.

E moltissimi anche gli appelli delle associazioni umanitarie e delle organizzazioni internazionali: dall’azione di sensibilizzazione della Fao alla raccolta di firme di ActionAid, all’appello di Medici senza frontiere, che ha lanciato oggi una campagna internazionale contro la strage di cinque milioni di bambini al di sotto dei cinque anni, che ogni anno perdono la vita a causa della malnutrizione. La campagna “Il cibo non Basta?” ha l’obiettivo di intensificare l’impiego degli alimenti terapeutici pronti all’uso, i Rutf (ready to use therapeutic food), apparsi sul mercato alla fine degli anni Novanta, che contengono tutti gli elementi nutrizionali, le vitamine e i minerali, indispensabili per lo sviluppo. Secondo  l’associazione umanitaria, infatti, i tradizionali aiuti alimentari non riescono a combattere la malnutrizione nei bambini più piccoli e, nel 2007, appena il 3 per cento dei 20 milioni di bimbi gravemente sottonutriti al mondo ha ricevuto le nuove cure a base di alimenti terapeutici. I Rutf sono attualmente raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), dall’Unicef e dal Programma Alimentare Mondiale. Per Medici senza frontiere, che nel 2006 ha curato oltre 150 mila bambini in 22 paesi, è necessaria una rapida ri-allocazione dei fondi per coprire il costo di 750 milioni di euro per curare in questo modo i bambini a più alto rischio. (t.m.)

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