Categorie: Spazio

I più piccoli esopianeti mai scoperti

C’è sempre una buona occasione per battere i record, anche quando si tratta di ricerche astronomiche ai confini del sistema solare. Tutto merito del telescopio spaziale Kepler, il gioeillino della Nasa che lo scorso dicembre ha individuato le tracce dei tre esopianeti rocciosi più piccoli conosciuti finora (ma,dopo averli scoperti, cosa si fa?). Si chiamano Koi-961.01, 02 e 03: i nomi non sono il massimo, ma le loro dimensioni ridotte (il minore, 03, è la metà circa della Terra), come racconta New Scientist, hanno suscitato l’interesse dell’intera comunità di astronomi sparsi per il mondo. 

La scoperta è stata annunciata durante il meeting dell’ American Astronomical Society tenutosi a Austin, Texas, dall’8 al 12 gennaio. Il trio di pianeti orbita intorno a una stella di modeste dimensioni –Koi-961, una nana rossa – localizzata nella nostra galassia e incapace di suscitare un qualsiasi interesse scientifico in tutti coloro che scrutano lo spazio profondo alla ricerca di segnali particolari. Non a caso, la presenza dei tre mini esopianeti è stata ignorata per anni, fino a quando l’astronomo dilettante inglese Kevin Apps non ha notato qualcosa di strano nel grande calderone di dati estrapolati da Kepler

Infatti, il passaggio dei tre piccoli pianeti sconosciuti davanti a Koi-961 modificava in modo impercettibile il suo spettro luminoso, lasciando una traccia che il pignolissimo Apps ha fiutato subito come buona. Gli è bastato spedire una email a John Johnson, astronomo del California Institute of Technology di Pasadena, per far suonare i campanelli di allarme. Forse Koi-961 aveva in serbo qualche bella sorpresa. 

Così, per raccogliere più informazioni sul trio di esopianeti, Johnson ha aperto gli occhi del Keck Observatory puntandoli sulla nana rossa individuata da Apps. È bastata una analisi della variazione della radiazione luminosa proveniente della stella per dedurre le dimensioni dei pianeti. Ed eccoli, i tre compagni di Koi-961 avevano rispettivamente una misura paria a 0.78, 0.73 e 0.57 volte quella della Terra. 

Comunque sia, il trio di pianeti rocciosi non sembra riservare altre grandi sorprese. La temperatura sulla loro superficie è di circa 200°C, quanto basta per escludere la presenza di acqua allo stato liquido e depennare i fratelli Koi-961 dalla lista di esopianeti su cui cercare probabili tracce di vita. Almeno per adesso, Koi-961.01 detiene ancora il record di pianeta più piccolo mai individuato finora. Ma in futuro, l’incessante ricerca da parte di Kepler potrebbe individuare nuove stelle vicino a cui cercare altri corpi celesti di dimensioni ridotte. 

via wired.it

Lorenzo Mannella

Si occupa di scienza, internet e innovazione. Laureato in Biotecnologie presso l'Università di Pisa, ha frequentato il master SGP in comunicazione scientifica presso Sapienza Università di Roma. Collabora con Galileo dal 2011. Scrive per Wired, Sapere e L'Espresso.

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