Categorie: Società

I social network escludono gli egoisti

Sui social network – e nei rapporti sociali in generale – non sono l’arroganza e l’intraprendenza a pagare, ma la generosità e l’onestà, due qualità che portano alla cooperazione. Per vivere assieme, infatti, bisogna sacrificarsi per gli altri, una regola che vale in politica come in economia e nella sfera dei rapporti personali, social network compresi. E sembra che, se lasciate libere di scegliere, le persone si circondino solo di “amici” affidabili, scegliendo quelli più generosi ed escludendo dal proprio gruppo gli egoisti. A dimostrarlo in uno studio pubblicato su Pnas è ora un gruppo di ricerca coordinato da David Rand dell’Harvard University (Usa).

Che le reti sociali siano in continua evoluzione è esperienza quotidiana, basti pensare alle volte in cui si è troncato un rapporto di amicizia con persone che non si sono mostrate affidabili o leali. Proprio questa dinamicità intrinseca ai gruppi promuoverebbe la cooperazione, dal momento che mantenere i rapporti solo con le persone generose rende più facile collaborare. Per la prima volta, questa ipotesi è stata testata empiricamente da Rand e collaboratori con un gioco-esperimento condotto su 800 persone. 

Reclutati con Amazon Mechanical Turk, un social network in cui si viene pagati per svolgere compiti di vario tipo, i volontari sono stati divisi in gruppi di 20-30 persone. Ognuno ha ricevuto dei punti e sono state stabilite relazioni casuali tra più giocatori. Con il procedere del gioco, i volontari potevano scegliere di comportarsi in modo generoso (donando i loro punti ad altri) o egoista (tenendo tutto per sé). Ma, alla fine di ogni round, ogni giocatore poteva decidere se eliminare dalla propria rete alcune persone e farne entrare altre. I risultati hanno dimostrato che ogni giocatore manteneva i rapporti solo con chi si comportava generosamente e troncava con chi si mostrava egoista. “Dal momento che le persone hanno il controllo sulla propria rete sociale –  ha spiegato Rand – tendono a stabilire delle relazioni solo con chi si dimostra cooperativo. In altre parole, è meglio comportarsi bene, altrimenti si verrà esclusi dal gruppo”.

Questo auto-sostentamento della cooperazione, però, è possibile solo se le persone possono decidere in tutta libertà chi frequentare. È come dire che una società basata su rapporti “rigidi” (e quindi difficili da modificare) non è una società cooperativa. Un’ultima nota. I ricercatori si sono accorti che, grazie a questo meccanismo, le persone possono “redimersi”: chi all’inizio si è mostrato egoista, può diventare generoso dopo aver provato l’amarezza dell’essere esclusi dal gruppo. 

Martina Saporiti

Laureata in biologia con una tesi sui primati, oggi scrive di scienza e cura uffici stampa. Ha lavorato come free lance per diverse testate - tra cui Le scienze, Il Messaggero, La Stampa - e si occupa di comunicazione collaborando con società ed enti pubblici come l’Accademia dei Lincei.

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