Categorie: Spazio

I venti galattici nemici delle stelle

Per una che nasce, tante non vedranno mai luce. Potrebbe essere riassunta così la scoperta di come il vento (gas in movimento) prodotto dalla formazione di una nuova stella ne impedisce la nascita di altre, perché impoverisce di materia prima, il carburante per la genesi degli astri, la galassia ospitante. A scoprire gli effetti deleteri per la nascita delle stelle della fuoriuscita di gas è uno studio pubblicato su Nature dai ricercatori guidati da Alberto Bolatto della University of Maryland.

La nascita di una stella, spiegano gli scienziati, è un fenomeno tanto affascinante quanto violento. L’ambiente in prossimità di un nuovo astro infatti è interessato da radiazioni elettromagnetiche e movimenti di particelle ad alta velocità che comprimono il gas circostante (potenziale materiale di partenza per nuove nascite), spingendolo fuori, lontano dalle stelle. Un fenomeno ancora maggiore nel caso in cui le stelle siano piuttosto massiccie ed esplodano come supernovae

Per trovare conferme sperimentali alla teoria dei venti galattici prodotti dalle nuove stelle, e misurarne la portata, gli scienziati hanno osservato – attraverso il network di telescopi Alma – la galassia NGC 253, un sito di intensa formazione stellare, che si trova a circa 11,5 milioni di anni luce di distanza. 

Il ruolo di Alma nello studio è stato fondamentale, come spiegano i ricercatori. Infatti osservazioni precedenti, compiute nella porzione di spettro dei raggi X, avevano già mostrato la presenza di gas caldo ionizzato allontanarsi dalla regioni di formazione stellare: si trattava però di un indizio troppo debole su cui costruire la teoria dell’impoverimento di materia delle galassie, tramite venti galattici. Solo uno studio a lunghezze d’onda maggiori avrebbe potuto confermare la presenza anche di gas molecolare più freddo cacciato fuori dalle stelle, e quindi convalidare l’ipotesi della perdita di carburante. Alma è servito proprio a questo, monitorando il movimento del monossido di carbonio nel gas che si allontana dalla galassia, coincidente come localizzazione con quello del gas ionizzato caldo.  

“Grazie alla superba risoluzione e sensibilità di Alma, per la prima volta possiamo vedere chiaramente le enormi concentrazioni di gas molecolare freddo gettato fuori dai gusci in espansione di intensa pressione creati da giovani stelle“, spiega Bolatto, “La quantità di gas misurata ci fornisce ottime prove sul fatto che alcune galassie in crescita sputano più gas di quello che prendono”. Il gas che infatti si allontana dalle stelle si muove molto più velocemente di quello che viene inglobato nelle regioni starburst (di intensa formazione stellare), anche se non abbastanza sembrerebbe da raggiungere la velocità di fuga dalla galassia

Il fenomeno osservato potrebbe anche spiegare perché, a dispetto della attese, nell’Universo ci siano meno galassie massive di quanto creduto. Anche se, aggiunge Adam Leroy del National Radio Astronomy Observatory di Charlottesville (Virginia), serviranno ulteriori studi per capire il destino ultimo del gas trasportato dal vento: “Questi ci aiuteranno a capire se i venti guidati dalla formazione delle stelle si riciclano o se veramente rimuovono materiale per la formazione di stelle“.

Riferimenti: Nature Doi: 10.1038/nature12351

Credits immagine: Alberto Bolatto, Univ. Maryland

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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