La scoperta di un cranio di coccodrillo, della specie Dakosaurus andiniensis risalente a 140 milioni di anni fa, mostra come in passato questi rettili avessero un aspetto molto diverso rispetto a oggi. Il ritrovamento è avvenuto in Patagonia, a opera della paleontologa Zulma Gasperini della Universidad Nacional de La Plata dell’Argentina. La ricerca è stata pubblicata su Science e risulta di grande valore dati gli scarsi resti fossili finora disponibili sul Dakosaurus andiniensis. La forma della scatola cranica è grossa e corta, simile a un proiettile. Inoltre, l’animale presentava pochi denti, a differenza dei coccodrilli odierni. I predatori si sono evoluti sulla Terra durante l’era permiana e l’inizio del Mesozoico e si sono diffusi nel periodo Cretaceo circa 160 milioni di anni fa. La tipica forma allungata del muso dei coccodrilli lascia pensare che si siano cibati soprattutto di molluschi e pesci. Tuttavia la testa arrotondata e smussato del cranio preistorico potrebbe indicare che D. andiniensis usava strategie alimentari differenti. La scoperta apre nuovi sviluppi sulle teorie evoluzionistiche di questi animali. (a.l.)