Circa 25 gigaelettronvolt, ovvero 25 volte l’energia necessaria a formare un atomo di idrogeno: la più alta mai registrata per i raggi gamma emessi da una stella di neutroni. La sorgente è la pulsar del Granchio che fornisce energia alla nebulosa omonima, all’intero della costellazione del Toro. La scoperta, pubblicata su Science, è stata fatta grazie alle osservazioni del telescopio europeo Magic (MagicMajor Atmospheric Gamma-ray Imaging Cherenkov), nelle Canarie, tra i più potenti del mondo – con un riflettore di 17 metri di diametro e 240 metri quadrati di superficie – realizzato in Italia, come gran parte dell’elettronica e del software. Lo studio ha impegnato una colossale task-force di ricercatori di varie nazioni tra cui la nostra, rappresentata da Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare), Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) e dalle università di Padova, Siena e Udine.
La pulsar del Granchio, che ha una frequenza di circa 30 rotazioni al secondo, è quel che resta di una supernova esplosa nel 1054. Si trova a circa seimila anni luce da noi, ha un diametro di appena dieci chilometri e una densità molto elevata, tanto che il peso di un cucchiaio di materia, misurato sulla stella, equivale a quello di una montagna sulla Terra. Le analisi dei dati mostrano per ora che l’energia non si genera nelle vicinanze della superficie della stella, perché gli alti valori registrati sono incompatibili con campi magnetici troppo intensi. (i.n.)
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