Il caso dei macachi della Sapienza, cosa sta succedendo

Le associazioni animaliste negli ultimi mesi sembrano sul piede di guerra, in Italia come in Europa. Lo ha ricordato nelle scorse settimane Nature, con un articolo in cui riportava due recenti, ed eclatanti, attacchi alla sperimentazione su primati non umani portati avanti in Germania (al Max Planck Institute for Biological Cybernetics di Tubinga) e in Italia. Casi che presentano caratteristiche simili: la partecipazione di una talpa (non l’animale, ma un ex dipendente dell’istituto di ricerca o testimone oculare), e il contributo dei media. La vicenda italiana, in particolare, coinvolge il laboratorio di Neurofisiologia del Comportamento del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologiadella Sapienza, messo sotto accusa da due servizi di Striscia la Notizia che parlano di misteriosi esperimenti ai danni di quattro macachi, che sarebbero portati avanti in segreto dal team di ricercatori coordinati da Massimo Caminiti, professore di Fisiologia del Comportamento dell’ateneo romano.

I due servizi, firmati da Edoardo Stoppa (il “fratello degli animali”), partono dalla denuncia di un testimone oculare, che per motivi di sicurezza preferisce rimanere anonimo, e che racconta di quattro scimmie detenute da anni nel dipartimento, e utilizzate per esperimenti a “livello cerebrale” che coinvolgono un perno che penetra la scatola cranica. Nel primo video, il conduttore di striscia spiega che nessuno saprebbe di preciso cosa avvenga nei laboratori del dipartimento, e che le richieste di chiarimenti fatte al Ministero, alla Prefetturaforze dell’ordine e Asl non avrebbero permesso di chiarire la natura degli esperimenti, che verrebbero quindi portati avanti senza alcun tipo di controllo.

Alla messa in onda del servizio, l’Università ha risposto con un comunicato in cui ricorda come tutti i particolari metodologici e i risultati degli esperimenti siano “pubblicati su riviste scientifiche internazionali indicizzate e reperibili sul database di letteratura scientifica PubMed”, e in cui fa presente come “lo stabulario dove sono custoditi gli animali è autorizzato in base alle leggi vigenti (D.Lvo 26/2014) ed è oggetto di controlli periodici da parte della Asl competente e degli ispettori del Ministero della Salute”. Anche Caminiti, chiamato in causa in prima persona dal servizio di Striscia la Notizia, ha deciso di replicare alla trasmissione in un video, diffuso sulla rete e realizzato insieme a ProTest Italia, in cui descrive il lavoro svolto all’interno dei suoi laboratori.

Nel video Caminiti spiega come i primati non umani siano essenziali, e non rimpiazzabili con metodi in vitro o simulazioni al computer, per svolgere ricerche in campi come la Brain Computer Interface (campo di ricerca che permetterà il controllo neurale delle protesi artificiali), la stimolazione intracranica (oggi utilizzata per alleviare i sintomi di gravi malattie neurodegenerative come il Parkinson), vengano usati come modelli per malattie come l’Aids, il Parkinsonl’Alzheimer ol’Huntington, e per studiare le funzioni nervose superiori, e cercare quindi nuove terapie per problemi psichiatrici e disturbi di relazione come l’autismo.

Il 24 gennaio scorso Striscia è tornata quindi nuovamente sulla vicenda, con un secondo servizio in cui vengono mostrate le immagini degli esperimenti diffuse dagli stessi ricercatori della Sapienza, e in cui si sottolinea il disagio a cui sono sottoposti gli animali. A parlare questa volta è Daniele Tedeschinutrizionista e biologo, membro della clinica di diagnostica analitica per il benessere animale Cebioff e della Lega Internazionale Medici per l’Abolizione della Vivisezione. L’esperto scelto da Striscia, nella sua veste di biologo esperto di benessere animale, nega l’utilità degli esperimenti sui primati non umani per lo studio del comportamento umano, e avverte come l’utilizzo degli animali nella sperimentazione medica abbia in realtà rallentato lo sviluppo di cure efficaci per molte patologie umane, poiché nessun centro al mondo avrebbe mai validato il modello animale.

Mentre la vicenda prosegue, il Partito Animalista Europeo intanto ha deciso di scendere in campo, inducendo per giovedì 5 febbraio una manifestazione per liberare i macachi dell’Università di Roma, davanti al Dipartimento Fisiologia e Farmacologia dell’Università di Roma, e presentando una denuncia/querela verso Caminiti per maltrattamento di animali in cui si chiede il sequestro preventivo dei macachi (stessa strategie utilizzata con successo dai gruppi animalisti nel caso Green Hill).

Caminiti ha risposto con un appello indirizzato ai colleghi e agli studenti dell’Università, invitati a presentarsi la mattina del 5 per difendere l’attività scientifica e la dignità dell’ateneo.

via Wired.it

1 commento

  1. Qualche pirla che supporti qualche crociata antiscientifica si trova sempre, specie in italia. L’utile idiota di turno è un biologo. Striscia non perde mai né il vizio né il pelo antiscientifico!

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