Quando ci troviamo di fronte a una faccia, una casa, un gatto, un paio di forbici, il nostro cervello si comporta come un’orchestra sinfonica. Lo ha scoperto un team internazionale di ricercatori del National Institute of Mental Health (Stati uniti) e dell’Università di Pisa. Dopo aver studiato l’architettura funzionale del cervello in risposta agli stimoli visivi attraverso l’imaging da risonanza magnetica funzionale, i ricercatori hanno notato che la vista di un oggetto specifico attiva uno schema complesso di risposte neuronali sovrapposte, alcune più intense e altre più deboli, nella corteccia visiva extrastriata. “Esattamente come accade durante un concerto”, spiega Pietro Pietrini, del dipartimento di Patologia sperimentale dell’Università di Pisa, “dove tutti gli strumenti contribuiscono a suonare la melodia, il riconoscimento delle diverse forme nel cervello è il frutto dell’azione concertata di diverse popolazioni neuronali.” Non esistono, cioè, aree specifiche deputate al riconoscimento di diversi oggetti, non esiste cioè l’area “gatto” o l’area “coltello”, ma ogni forma viene identificata in maniera univoca grazie all’attivazione differenziata dei neuroni visivi. Questo modello, che i ricercatori hanno definito “topografia delle caratteristiche degli oggetti”, è più complesso di quello previsto dalla teoria delle aree specifiche, ma permette al cervello umano di riconoscere un numero virtualmente illimitato di categorie di oggetti. (f.n.)
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