Categorie: Spazio

Il fratello maggiore della Terra: Kapteyn b

Se vivessimo su Kapteyn b, uno dei due pianeti appena scoperti dagli astronomi della Queen Mary University di Londra, festeggeremmo più o meno un compleanno ogni 50 giorni. Perché Kapteyn b, oltre a essere abbastanza caldo da permettere la presenza di acqua liquida sulla sua superficie – il che potrebbe essere un indizio per l’esistenza di qualche forma di vita – orbita velocissimo attorno alla sua omonima stella madre, completando una rivoluzione in appena 48 giorni. Per scoprirlo, gli scienziati hanno usato i dati dello spettrometro Harps all’osservatorio di La Silla (Cile) dell’European Southern Observatory (Eso): “I dati precedenti in nostro possesso indicavano la presenza di corpi attorno alla stella Kapteyn”, racconta Guillem Anglada-Escude, uno degli autori della scoperta, “quindi abbiamo cercato pianeti in quella zona e li abbiamo trovati”.

Basandosi sulle osservazioni dello spettrometro, gli astronomi hanno scoperto che il pianeta è almeno cinque volte più grande della Terra e ha il doppio della sua età. Kapteyn c – l’altro corpo scoperto – è invece abbastanza diverso: compie una rivoluzione in 121 giorni, è molto più massiccio della Terra e probabilmente troppo freddo per ospitare acqua allo stato liquido. In ogni caso, specificano gli scienziati, la presenza dell’acqua su Kapteyn b è per ora solo una congettura: per confermarla o smentirla sarà necessario effettuare misure accurate sulla composizione della sua atmosfera.

A differenza degli altri sistemi planetari scoperti da Kepler, la missione della Nasa alla ricerca di esopianeti distanti (dell’ordine di centinaia di anni luce), Kapteyn è molto più vicino: la stella madre è la venticinquesima in ordine di distanza dal Sole ed è a soli 13 anni luce dalla Terra. “Siamo molto interessati alle stelle vicine”, spiega ancora Aglada-Escude, “perché è molto più facile caratterizzare l’atmosfera di eventuali pianeti che vi orbitano attorno. Siamo, in effetti, alla ricerca di un pianeta che transiti nella zona abitabile di una stella vicina. Kapteyn b è proprio uno di questi”. Con la sua scoperta, si aprono in effetti possibilità parecchio intriganti: “Ci stiamo chiedendo che tipo di forme di vita si potrebbero essere evolute su pianeti del genere”, conclude lo scienziato.

Via: Wired.it

Credits immagine: Queen Mary University of London

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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