Il fungo matusa dell’Antartide

Sono centoventi, vivono per migliaia di anni e rappresentano la forma di vita più longeva e tra le più antiche mai scoperte dall’uomo. Insieme, questi microrganismi provenienti dall’Antartide, rappresentano una collezione definita dagli esperti unica e impareggiabile. Ora, l’Italia ne è diventata proprietaria, grazie al ricercatore americano Imre Fridmann, che dopo essere andato in pensione ha pensato di donarla al suo collega italiano, il biologo Silvano Onofri dell’Università della Tuscia di Viterbo (http://www.unitus.it/). “La collezione, chiamata Culture Collection of Microorganisms from Extreme Environments (Ccmee), comprende un centinaio di microrganismi, preistorici antenati del tartufo e del porcino, isolati dagli ambienti estremi dell’Antartide. Ho deciso di donarla a Onofri, perché ritengo che sia la persona più esperta e autorevole per poter continuare le mie ricerche scientifiche”, racconta Fridmann. I microfunghi, infatti, potrebbero svelare importanti segreti sul passato del nostro pianeta. Ma non solo. L’inestimabile collezione potrebbe essere usata come modello per ricercare la vita in altri pianeti del Sistema solare, prima di tutto Marte. Tanto che la Nasa si è subito resa disponibile a collaborare con il gruppo italiano di Onofri.

“La collezione di Fridmann non ha equivalenti al mondo, e ha un valore inestimabile per la comunità scientifica. Attualmente, per l’altissimo costo economico, ricostruire una raccolta di questo tipo è impensabile”, afferma Kenneth H. Nealson, direttore del programma di astrobiologia della Nasa al Jet Propulsion Laboratory (http://www.jpl.nasa.gov/) di Pasadena. I microrganismi raccolti da Fridmann nel corso di 15 spedizioni sono vissuti per milioni di anni nelle Valli Secche dell’Antartide, fino a temperature medie di 70-80 gradi sotto zero. Essi si annidano in minuscoli spazi fra ghiacciai e rocce di arenaria, circa un millimetro e mezzo sotto la superficie, dove riescono a ricevere un po’ di luce e di umidità e a trarre nutrimento dal minerale che li racchiude.

“L’ambiente dove sono sopravvissuti è importante per le nostre ricerche. La Nasa ritiene, che con molta probabilità oltre quattro miliardi di anni fa su Marte ci fossero condizioni climatiche simili a quelle che troviamo oggi in Antartide”, spiega Onofri, “l’Agenzia spaziale americana sta proseguendo le ricerche sul meteorite marziano ALH84001, ritrovato in Antartide nel 1996, per stabilire se effettivamente contiene resti di batteri fossili provenienti da Marte. Se sono esistiti microrganismi sul Pianeta rosso, gli organismi più simili potrebbero essere proprio i microfunghi raccolti da Fridmann. Noi effettueremo le ricerche sulla collezione parallelamente agli studi della Nasa, inseguito avverrà la comparazione”.

Gli studi sulla “collezione Fridmann” aprono al nostro Paese nuove e importanti frontiere di ricerca. Cercare forme di vita in altre regioni dello spazio significa gettare anche uno sguardo sul primo miliardo di anni del Sistema solare, e forse pure gettare un po’ di luce sul mistero dell’origine della vita, sia sulla Terra come, eventualmente, su Marte. Per ulteriori indizi sulla presenza di vita-extraterrestre, gli scienziati attendono l’arrivo dei primi campioni di rocce marziane, previsto per il 2003. Questo, però, è solo uno degli aspetti che le ricerche sui microfunghi polari di Fridmann possono svelare. Un altro mistero, che Onofri vuole tentare di svelare è la ragione della loro longevità. “Questi microrganismi hanno caratteristiche particolari: crescono lentissimamente, e in un anno producono solo 1 o 2 cellule”, afferma Onofri, “ma il motivo per cui riescono a vivere per migliaia di anni e in condizioni particolari, ai limiti estremi della vita, è ancora un mistero che vogliamo comprendere”.

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