Il futuro in mostra

    Trecentocinquantamila visitatori, quasi duemila giornalisti, oltre trecento aziende: si è chiuso con questi numeri il Futurshow 2998, la fiera del multimediale e delle nuove tecnologie che si è tenuta dal 3 al 7 aprile a Bologna. Un grande successo, assicurano gli organizzatori, che d’altra parte avevano annunciato l’evento con lo slogan: “chi non c’è non ci sarà”. E in effetti erano presenti tutti i leader di settore: da Microsoft a Ibm, da Mondadori Informatica a La Repubblica e poi Alenia Aerospazio, Telecom, Rai, Cto, Vobis, Apple, i più importanti network radiofonici e televisivi italiani, insieme alle principali major cinematografiche internazionali. E c’erano torme di ragazzi, dai 14 ai18 anni, sciamanti in gruppo, in fila di fronte ai videogiochi, in navigazione su Internet, danzanti di fronte ai dee-jay delle radio e in adorazione all’interno degli home-theater che porteranno il cinemadirettamente a casa nostra.

    Come ogni fiera che si rispetti, il Futurshow è stato soprattutto un happening a carattere commerciale. Si è finalmente visto all’opera il dvd, il nuovo supporto che promette di sostituire contemporaneamente Cd, Cd-rom e videocassette, aprendo la vera età del multimediale. I visitatori hanno potuto viaggiare verso Marte, in maniera solo virtuale purtroppo, e osservare alcune tecnologie spaziali dell’Alenia, compreso un modulo della futura stazione spaziale internazionale. Hanno visitato alcune mostre: da “Cyberealismo. La fotografia oltre la fotografia” fino a “Magnum 1968. Un anno nel mondo” (bella, ma che c’entra col Futurshow?). Hanno fatto qualche passo nella casa e nell’ufficio del futuro e hanno potuto ammirare anche la Webcar, l’auto del domani, una monovolume interamente cablata e attrezzata per il lavoro.

    Ma questi, che pure erano gli stand più attesi, sono anche i luoghi più deludenti della fiera. Manca, infatti, la tecnologia di frontiera, così come il contributo (Alenia a parte) di tutti quei laboratori e quegli organismi scientifici che stanno progettando il nostro futuro con esperimenti sempre più avanzati, e azzardati. Restano, come detto, le aziende che espongono i loro prodotti. Ma questo non è il Futurshow 2998, bensì l’edizione del 1998.

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