Il mestiere del far di conto

Piergiorgio Odifreddi
Idee per diventare matematico
Zanichelli, 2005
pp. 125, euro 10,00

Forse questo libro non avrà sul lettore lo stesso effetto che ha invece avuto su Piergiorgio Odifreddi l’“Introduzione alla filosofia matematica” di Bertrand Russel, che lo spinse quasi improvvisamente, nell’estate della maturità liceale a cambiare la scelta universitaria già orientata verso la facoltà di ingegneria e a decidere di iscriversi a matematica. Ma certamente potrà offrire a un giovane incuriosito dal mestiere di scienziato degli spunti interessanti per riflettere, per guardare con occhi diversi alla matematica e magari immaginarsi, come prima non aveva mai fatto, il proprio futuro in questo campo.

L’autore (o meglio il protagonista) del volume, docente di logica matematica presso l’Università di Torino e noto al grande pubblico per la feconda attività di divulgatore scientifico, si racconta in una lunga intervista botta e risposta, vivace e ben ritmata, nella quale parla della propria esperienza professionale e umana, dagli anni giovanili in seminario, al periodo universitario e alla “sensazione di libertà” che gli studi hanno lasciato nella memoria, fino alla carriera in Italia e all’estero come ricercatore. Ma affronta anche temi filosofici, che sconfinano nell’astratto e ripiombano, con la stessa naturalezza, nel concreto della vita quotidiana, legati da uno stesso filo conduttore: la matematica, la scienza fondata sulla dimostrazione ma le cui verità sono spesso accessibili grazie a illuminazioni e colpi di genio; la scienza che offre un modello di pensiero razionale, e dunque un buon antidoto per evitare le trappole del pensiero confuso e illogico, ma in cui regge ancora lo stereotipo dello studioso con “la testa altrove”; la scienza astratta, fatta di numeri e formule, ma senza la quale non ci sarebbero le previsioni del tempo, non si potrebbero calcolare le orbite che permettono agli astronauti di andare nello spazio o non sarebbero stati inventati i computer.

Con verve comunicativa e passione, questo matematico eclettico e “impertinente” presenta le tante facce della sua materia, senza trascurare anche i lati più ostici e le difficoltà che si incontrano lungo il cammino. Il libro è ricco di consigli e aspetti pratici che rendono l’idea, in termini più prosaici, di cosa significhi aver scelto di fare il mestiere del matematico.

Al termine dell’intervista, in un breve saggio Odifreddi dà un quadro suggestivo della disciplina di cui è specialista: sprazzi di storia, che dalle origini mitologiche, saltando attraverso i secoli, hanno portato alla nascita dell’informatica e alle numerose applicazioni scientifiche e tecnologiche, spesso impensabili al tempo dei matematici che avevano fatto le scoperte. E risponde così, in ultima analisi, alla classica domanda: ma la matematica a cosa serve?

La stessa formula del libro è proposta dalla casa editrice anche per il mestiere di astrofisico, in cui la parte da protagonista è affidata a Margherita Hack, allo scienziato dei materiali, presentato nelle vesti di Gianfranco Pacchioni, dell’Università di Milano-Bicocca, e infine, in rappresentanza del mestiere di neuroscienziato, Emilio Bizzi, oggi direttore scientifico dell’Istituto europeo di ricerche sul cervello (Ebri) con una pluridecennale esperienza presso il Massachussetts Institute of Technology.

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