Il millennio del cervello

Dale Purves et Al.
Neuroscienze
Zanichelli, 2000
pp. 624; 98.000 lire

Walter J. Freeman
Come pensa il cervello
Einaudi, 2000
pp. 212; 25.000 lire

Steven Pinker
Come funziona la mente
Mondadori, 2000
pp. 694; 39.000 lire

Rita Levi Montalcini è assolutamente certa che questo sarà il millennio del cervello. Non vi è ombra di dubbio infatti che l’area ancora meno esplorata del nostro organismo è proprio quella deputata a pensare e scoprire il mondo circostante. Gli scienziati hanno mutuato dalla filosofia cartesiana la dicotomia mente-cervello per contrapporre tutto ciò che è organico – e quindi meccanico, osservabile e verificabile – con i processi più evoluti del pensiero, che quasi magicamente e inspiegabilmente emergono dalla nostra testa.

Nel rispetto di questa dicotomia, tre libri tracciano le linee basilari dell’approccio alla scatola nera del pensiero. Il primo – “Neuroscienze” di Dale Purves, pubblicato da Zanichelli – è tutto sul versante cervello. Un agile compendio dei meccanismi e delle regole che guidano il funzionamento dei nostri neuroni. Dalle strutture più elementari, come le sinapsi e i neurotrasmettitori, fino alle funzioni più complesse, come la memoria, l’apprendimento, il sogno o il sesso.

Abbinato a un Cd-rom in cui sono raccolte le immagini del cervello, frutto delle più innovative tecniche di scansione neuronale, il libro costituisce l’incipit indispensabile per cominciare a muoversi nel labirinto della mente. E proprio alla mente è invece dedicato il secondo libro: “Come pensa il cervello” di Walter Freeman, pubblicato dall’editore Einaudi.

L’autore compie un salto conoscitivo: dalla struttura alla funzione. Ed è qui che cominciano i dubbi. Chi è il vero responsabile delle nostre scelte? Noi o il nostro cervello? Entriamo così per la porta stretta della coscienza. Tutti hanno un cervello, ma pochi sono disposti ad ammettere che aspetti complessi della mente, come l’autocontrollo e l’intenzionalità, siano il semplice risultato di un agglomerato di neuroni.

Eppure Freeman non lascia dubbi: la funzione è conseguenza inevitabile, e solo secondaria, della struttura. La mente è figlia del cervello. La volontarietà di un atto, le percezioni sensibili del mondo, le scelte, i dubbi e le rinunce sono tutti elementi in qualche modo organici.

A chi non si accontenta di una prospettiva biologica del libero arbitrio, consigliamo invece “Come funziona la mente” di Steven Pinker, che a dispetto della formazione tecnica dell’autore -direttore del Centro di neuroscienze cognitive del Massachusetts Institute of Technology – è un saggio completo. A fianco delle più recenti scoperte delle neuroscienze – dalla localizzazione delle singole aree del pensiero alla tecniche di scansione del cervello – l’autore non dimentica infatti di citare anche le interazioni sociali, psicologiche ed emotive del sistema nervoso.

E’ vero che nessuno è ancora riuscito a tracciare un legame certo e inequivocabile tra l’accensione di un neurone e un sentimento come l’amore, ma sempre volendo citare Rita Levi Montalcini “la coscienza sarà un mistero ancora per poco”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here