Categorie: Fisica e Matematica

Il modello delle cose

Furio Honsell
L’algoritmo del parcheggio
Mondadori 2007, pp. 199, euro 15,00

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Per qualche milione di telespettatori Furio Honsell è ormai “Il Magnifico”, come lo chiama più o meno affettuosamente Luciana Littizzetto durante la trasmissione “Che tempo che fa”. Oltre che fare il rettore dell’Università di Udine, Honsell è infatti spesso presente nel programma di Fabio Fazio, dove interagisce con gli altri ospiti “da matematico”. Sfruttando la notorietà raggiunta, il professore ha giustamente pensato di scrivere questo libretto, che vuole mostrare “il lato divertente della matematica” prendendo spunto da una giornata tipo di una persona qualunque, il signor Io Che Sononegatoperlamatematica… per gli amici, il signor I.C.S.

Il libro è scritto in uno stile volutamente semplice e quasi dimesso, ritenendo giustamente che il pubblico di riferimento non siano le persone che sono già a loro agio con la matematica ma coloro che ritengono sia una materia assolutamente esoterica. Honsell fa in modo di mostrare come anche le cose banali che ci capitano possano essere modellizzate in ambito matematico-informatico: l’importante qui non è tanto trovare qual è il modello giusto – spesso ai problemi che appaiono qua e là nel testo viene semplicemente data la soluzione, senza spiegare come ci si arriva – quanto appunto convincere il lettore che ha senso cercare il modello, e forse questa ricerca è proprio la parte più importante del lavoro di un matematico. Questo approccio è sicuramente minoritario al giorno d’oggi, però la logica dietro a esso non è affatto stupida, soprattutto quando si riesce a trovare il giusto equilibrio per interessare il lettore senza fargli credere che i risultati vengano ricavati mediante una qualche forma di arcana magia. Da questo punto di vista il libro è indubbiamente ben fatto, mantenendo il giusto mix tra problemi risolti e problemi a cui si dà solo la soluzione, come l'”algoritmo del parcheggio” che dà il titolo al libro. A proposito di quest’ultimo problema, reputo davvero interessante la sua esposizione, che mostra come prima di dare una risposta occorra fare la domanda giusta: come spesso capita nel calcolo delle probabilità si può definire il “parcheggio migliore” quello che massimizza la probabilità di scegliere quello perfetto, oppure quello che non ha dei picchi ma in media non ti lascia troppo lontano. Questa differenza è di solito intuita da un matematico, ma chi non vi è avvezzo non se ne accorge, e Honsell fa un ottimo lavoro per spiegarla.

Le formule matematiche sono quasi del tutto bandite dal testo, come parrebbe necessario per un libro espressamente indicato per chi scappa alla sola vista non dico di un integrale, ma anche solo di un simbolo di radice quadrata. In un caso viene esplicitamente scritto che la formula presente è “colpa” di un accademico dei Lincei. Visto il pubblico per cui il libro è inteso, la scelta è di per sé accettabile, se non addirittura dovuta; però a questo punto forse sarebbero stati utili delle figure esplicative per alcuni dei problemi. I disegni di Bruno Bozzetto sono infatti carini e divertenti, ma non aiutano i vari signori I.C.S…. mentre forse servirebbe loro davvero un piccolo aiuto, almeno qua e là.

Non avrebbe guastato, infine, una maggiore audacia dell’autore nello scrivere il libro. Ci sono infatti alcune idee che avrebbero meritato un maggior spazio. Per esempio quella – a cui si accenna nella prefazione – di togliere un po’ di maschilismo dall’espressione “cari lettori” indicandola come se bisognasse calcolarne il valore assoluto: |cari lettori|. In questo modo si ottiene lo stesso risultato sia che si tratti di un lettore sia di una lettrice. Un’idea lanciata nell’introduzione e poi abbandonata: certo, usare sempre, anche all’interno del testo, |cari lettori| forse l’avrebbe fatto sembrare un po’ troppo eccentrico, forse però l’immagine della matematica ne avrebbe guadagnato.

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