Categorie: Ambiente

La piaga dei coleotteri

L’invasione di una specie di coleottero sta trasformando alcune foreste canadesi in una immensa fonte di anidride carbonica. Ad allertare la comunità scientifica è uno studio condotto da Werner Kurz del Natural Resources Canada di Victoria (British Columbia), pubblicato su Nature.

A causa dell’inverno mite infatti, l’invasione di questa specie di insetto dei pini (Dendroctonus ponderosae) è stata particolarmente violenta e ha distrutto dai 74mila ai 94mila chilometri quadrati di foresta. Serie le conseguenze nei settori dell’industria collegate al legno, ma anche nell’equilibrio ecologico della regione: Kurz e colleghi hanno simulato l’effetto di questa distruttiva invasione sul ciclo del carbonio e hanno calcolato che, tra il 2000 e il 2020, scompariranno circa 270 milioni di tonnellate di carbonio, la maggior parte del quale si dissolverà nell’atmosfera durante il processo di decomposizione degli alberi morti, contribuendo al riscaldamento climatico.

Una foresta di pini non infestata dagli insetti distruttori agisce infatti come una sorta di stabilizzatore del carbonio, assorbendone una quantità superiore rispetto a quella rilasciata (sotto forma di anidride carbonica o nel legname). Questo processo avviene in continuazione, a meno che il bosco non venga interessato da un incendio, trasformandosi così in una sorgente di anidride carbonica anziché di ossigeno. Per quanto riguarda le invasioni dei coleotteri, è stato calcolato che il loro effetto è persino peggiore e il rilascio di anidride carbonica è maggiore anche del 50 per cento rispetto alla quantità rilasciata durante un incendio.

Le autorità competenti stanno cercando di salvaguardare le foreste e di limitare i danni, anche se questi insetti  sembrano anche facilitare l’attacco da parte di un fungo blu che provoca la decolorazione del legno e, quindi, una perdita in termini di valore economico. Una possibilità consisterebbe nel bruciare gli alberi infestati e venderli quindi come fonte di energia, ma se da un lato questo aiuterebbe a contenere la perdita economica, dall’altro comporterebbe un aumento delle emissioni di anidride carbonica. Una via di uscita potrebbe presentarsi se non ci fossero più alberi a disposizione: “Questi insetti si riproducono solo all’interno degli alberi più grandi e presto il 90 per cento di questi saranno distrutti”, ha commentato Kurz: “È allora possibile che i coleotteri comincino a cibarsi gli uni degli altri portando l’intera popolazione al collasso”. (a.c.)

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