Il mondo è opaco per chi soffre di depressione

Per chi soffre di depressione il mondo è più cupo e più opaco. Non si tratta però solo di una percezione interiore o di una sensazione, ma di un sintomo dovuto a una ridotta attività dei neuroni visivi, che compromette la capacità di distinguere i contrasti, cioè di apprezzare i colori pieni. A suggerirlo è uno studio pubblicato su Biological Psychiatry dei ricercatori dell’Università di Friburgo Albert – Ludwigs (Germania) guidati da Emanuel Bubl.

Per indagare gli effetti della patologia sulle capacità visive, i ricercatori hanno posizionato degli elettrodi sul cervello di quaranta pazienti con una diagnosi di depressione grave e di altrettanti volontari sani. In questo modo gli studiosi hanno potuto misurare l’attività elettrica che arriva al nervo ottico (la struttura che trasmette le informazioni visive dai fotorecettori della retina dell’occhio alla corteccia visiva). Successivamente i partecipanti sono entrati in una stanza dove hanno guardato una parete a scacchi bianchi e neri trasformarsi gradualmente in un unico schermo grigio. La riduzione dei contrasti tra i quadrati bianchi e neri è avvenuta in sei diversi stadi, ognuno della durata di dieci secondi.

Le registrazioni dell’attività elettrica nervosa hanno mostrato che nella fase iniziale del test, quella in cui la parete è ancora tutta a scacchi bianchi e neri definiti, l’attività del nervo ottico è fino a tre volte maggiore nelle persone sane rispetto a chi è depresso. Inoltre, tanto più è grave la diagnosi della malattia, tanto più la capacità di percepire i contrasti sembra compromessa. Secondo i ricercatori questi risultati potrebbero essere spiegati dal fatto che il neurotrasmettitore responsabile della passaggio degli impulsi visivi sia coinvolto anche nel controllo delle emozioni. “In futuro, se i risultati saranno confermati, questo test potrebbe essere preso in considerazione per la diagnosi clinica della depressione”, ha concluso Bulb.

Riferimenti: DOI: 10.1016/j.biopsych.2010.02.009

1 commento

  1. Questo articolo è interessante, ma non si capisce di quale depressione stiano parlando, se è un bipolare o monopolare o quale, e a quali tipi di malati abbiano fatto questo test con la neuroimmagine, non è chiaro.

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