Un uomo di Neandertal dai tratti somatici inaspettati, simili a quelli dell’uomo moderno, con la pelle chiara e i capelli rossi. E’ quello che emerge da uno studio sul Dna nucleare condotto da un team di ricercatori spagnoli, tedeschi e italiani e pubblicato su Science. Le cause di simili fattezze sono da ricercare nella necessità di adattarsi a particolari condizioni ambientali, alle alte latitudini durante l’ultima era glaciale e quindi alla mancanza di Sole, che avrebbe favorito la sintesi di vitamina D. Il risultato è stato ottenuto analizzando il Dna estratto dalle ossa di due Neandertal, uno vissuto circa 50 mila anni fa nei monti Lessini, a Verona, l’altro nelle Asturie 43 mila anni fa. In particolare, gli scienziati hanno preso in esame il gene MC1r, che regola la pigmentazione nell’uomo e nei vertebrati.
I capelli rossi e la pelle chiara, si legge nello studio, coordinato in Italia da David Caramelli, docente di antropologia molecolare del dipartimento di biologia animale e genetica dell’Università di Firenze, non sono dovuti allo stesso tratto fenotipico del gene MC1r che determinano i caratteri nell’Homo sapiens, bensì a una sua variante. Dalla ricerca è emerso che le varianti genetiche rilevate nei due Neandertal non compaiono in nessun essere umano attuale. Ciò permette di dire che l’evoluzione di questi tratti nordici è stata indipendente e che tra Neandertal e Homo sapiens, nonostante l’aspetto in comune, non c’è mai stata contaminazione genetica. E’ avvenuta quindi quella che gli scienziati chiamano ‘convergenza evolutiva’: le due specie, per far fronte alla scarsità di luce delle alte altitudini, hanno sviluppato le stesse caratteristiche partendo da tratti diversi del proprio patrimonio genetico. (r.p.)
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