Il nuovo lancio della New Shepard di Jeff Bezos è fallito

blue origin

Un guasto ha interrotto l’ultimo lancio della New Shepard di Jeff Bezos. Negli ultimi anni voli commerciali, razzi e capsule utilizzabili più volte e turismo spaziale hanno condizionato molto la percezione comune dei lanci nello spazio, normalizzandola e attenuando molto la tensione rispetto ai suoi rischi. L’imprevisto accaduto ieri durante il lancio della capsula New Shepard della compagnia Blue Origin che ospitava la missione suborbitale NS-23, però, ci ricorda che può accadere. Dopo appena un minuto dal lancio il sistema di emergenza ha staccato la capsula dal razzo e l’ha riportata a terra, fortunatamente senza danni. 

Cosa è successo

Dopo appena un minuto dal lancio, avvenuto ieri (lunedì 12 settembre) in Texas con quasi un’ora di ritardo per motivi che l’azienda non ha esplicitato, un problema al motore del razzo ha attivato i sistemi di emergenza per separare la capsula. Il veicolo New Shepard è infatti composto da un razzo e da una capsula, entrambi riutilizzabili. A un’altitudine di circa 9 mila metri, quindi, il sistema di fuga ha funzionato come previsto, separando la capsula e permettendole di scendere in sicurezza sulla Terra con i suoi tre paracaduti. È atterrata poco dopo nel deserto texano. Alcune ore dopo, la compagnia di Jeff Bezos ha fatto sapere su Twitter che anche il razzo è atterrato senza causare danni, e che le indagini sulle ragioni dell’incidente sono in corso.

Il primo incidente in due anni

Cosa, esattamente, sia andato storto non è chiaro. È importante però sottolineare come i sistemi di sicurezza abbiano funzionato al meglio e abbiano consentito di salvare il contenuto scientifico della missione NS-23. Il lancio di ieri era già stato rinviato altre due volte a causa del maltempo, e doveva inizialmente avvenire a fine agosto. Negli ultimi due anni, New Shepard ha alle spalle 21 successi per quel che riguarda i lanci suborbitali, alcuni di questi ospitavano anche turisti spaziali e sei sono rientrati in sicurezza. Questo è stato quindi il primo problema serio per New Shepard dal suo debutto, nell’aprile 2015. Durante quel primo lancio suborbitale, il razzo del New Shepard si era schiantato durante il tentativo di atterraggio, anche se tutto il resto è andato bene. Da notare, comunque, che New Shepard utilizza due razzi diversi per i voli che ospitano esperimenti scientifici – come quello di ieri – e quelli che trasportano astronauti o turisti spaziali.

La missione NS-23

La capsula della missione NS-23, dicevamo, trasportava solo esperimenti scientifici, che dovevano eseguire un breve volo suborbitale e poi fare ritorno. Erano 36 per la precisione, 18 dei quali finanziati dalla Nasa e 24 provenienti da scuole, università e organizzazioni del ramo Stem. Blue Origin non ha fatto alcuna dichiarazione rispetto alle ripercussioni dell’incidente sugli esperimento a bordo. 

via Wired.it