È stato il National Cancer Institute americano il primo a sottoscrivere un contratto con la Celera Genomics per lo sfruttamento delle informazioni genetiche contenute nel data base privato. Eppure l’istituto omologo di quello oncologico, il National Human Genome Research Institutes, guida il consorzio di centri accademici impegnati nella mappatura del genoma umano. Quel Human Genome Project rivale nella corsa alla sequenziazione della Celera di Craig Venter. L’istituto per lo studio sul cancro, infatti, giudica le informazioni messe a disposizione gratuitamente dal consorzio pubblico nel GenBank insufficienti o incomplete. A convincere l’istituto a pagare per l’accesso – ben 10 mila dollari a ricercatore – sarebbe stata soprattutto la possibilità di consultare il genoma del topo – dalla taglia e struttura simili a quello umano – assemblato dai ricercatori di Venter. Informazioni queste che il consorzio accademico non può fornire poiché sebbene abbia codificato frammenti di Dna murino non ha saputo metterli nel giusto ordine prima del rivale privato. (l.g.)
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