Dire che qualcuno si è preso un raffreddore non è una gran notizia. Ma se questo “qualcuno” è un topo da laboratorio, finisce sulle prime pagine di tutti i giornali britannici. Per la prima volta, infatti, gli scienziati sono riusciti a infettare con vari ceppi di rinovirus, l’agente patogeno responsabile di un quarto delle malattie invernali, questo roditore, che ne è immune. La ricerca è pubblicata su Nature Medicine.
“Non aver potuto osservare fino ad oggi questi virus in piccoli animali” spiega Sebastian Johnston dell’Imperial College di Londra, che ha condotto lo studio, “ha rappresentato il maggiore ostacolo allo sviluppo di trattamenti che li potessero neutralizzare. Si tratta di microorganismi che possono causare anche bronchite cronica ed enfisema, e che mettono in pericolo la salute di chi ha il sistema immunitario compromesso”.
Il 90 per cento dei rinovirus entra nelle cellule dell’essere umano legandosi al recettore Icam-1. Sebbene il topo possieda un recettore molto simile, il virus non è in grado di legarvisi e, quindi, di infettare l’organismo. I ricercatori hanno allora creato un topo transgenico che presentasse il recettore umano Icam-1 al posto di quello murino: una volta entrati, i virus si sono moltiplicati normalmente, procurando all’ospite un raffreddore coi fiocchi. In seguito, i ricercatori hanno anche infettato le cavie con i rimanenti ceppi, che utilizzano un altro tipo di recettore e il prossimo passo sarà lo studio della broncopneumopatia cronica ostruttiva. (mi.m.)
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