Vita

Il pugno? Un’arma solo umana grazie all’evoluzione

Essere scesi dagli alberi per assumere una posizione eretta ha consentito ai nostri antenati di cogliere molte occasioni, anche quella di combattere più agilmente. L’evoluzione, infatti, ha trasformato le mani di Homo sapiens in un’arma naturale sconosciuta alle scimmie. Non si tratta solo della capacità di lavorare e costruire strumenti: sarebbero proprio i pugni serrati degli esseri umani a fare la differenza. Lo sostiene uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Biology da una coppia di ricercatori statunitensi.

Michael Morgan e David Carrier dell’University of Utah di Salt Lake City ipotizzano che l’evoluzione abbia dato agli umani delle mani adatte soprattutto a combattere. A vederle dischiuse, le dita non sembrano strumenti minacciosi; ma le giuste proporzioni tra la lunghezza delle falangi e l’ampiezza dei palmi permette di formare un pugno chiuso – rinforzato dall’esterno dal pollice ripiegato su indice e medio – che le altre grandi scimmie non sono in grado di stringere.

Per dimostrare l’efficacia delle armi naturali forgiate dall’evoluzione, i due scienziati hanno misurato la forza impressa dai colpi di 10 volontari con alle spalle almeno un’esperienza nelle arti marziali. Il loro compito, molto semplicemente, era quello di prendere a pugni e a schiaffi una sacca del peso di 45 kg. All’interno del bersaglio c’era un accelerometro posizionato in modo da registrare la forza impressa dai colpi. Per ogni volontario, i ricercatori hanno così registrato gli effetti di una serie di 18 tra pugni e schiaffi inflitti dall’alto verso il basso, di lato e di fronte.

Il risultati non hanno tradito le aspettative di Morgan e Carrier. Sebbene il pugno abbia una superficie minore rispetto al palmo aperto della mano (circa i due terzi), è in grado di sferrare colpi dotati della stessa forza. Questo significa che la pressione prodotta nell’area colpita (P = F /S) può essere fino a 3 volte più intensa: un pugno può causare, perciò, danni più gravi rispetto a uno schiaffo della stessa forza. Ma i vantaggi dell’arma umana non si fermano qui. La presenza del pollice, infatti, aumenta la rigidità della falange del dito indice di quattro volte rispetto a quella registrata durante un pugno sferrato con le dita non ripiegate sul palmo.

Quindi, la biomeccanica depone a favore della teoria dei pugni chiusi, ma Morgan e Carrier si guardano bene dal dire che l’essere umano si sia evoluto al solo scopo di picchiare i suoi simili. Avere dei pugni in grado di mettere al tappeto gli avversari senza ferirsi troppo può aver dato qualche vantaggio a Homo sapiens, ma la forza delle mani sta anche nel poter costruire strumenti ingegnosi, scrivere e arricchire la comunicazione verbale. Insomma, in tutti questi milioni di anni anche il cervello ha avuto la sua parte.

Riferimenti: Journal of Experimental Biology Doi: 10.1242/jeb.075713

Credits immagine: Lee J. Siegel, University of Utah

Lorenzo Mannella

Si occupa di scienza, internet e innovazione. Laureato in Biotecnologie presso l'Università di Pisa, ha frequentato il master SGP in comunicazione scientifica presso Sapienza Università di Roma. Collabora con Galileo dal 2011. Scrive per Wired, Sapere e L'Espresso.

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