Come tutti sappiamo, battere qualcuno a morra cinese dipende principalmente da una buona dose di fortuna, e in piccola parte anche dall’essere in grado di capire in che modo funziona la mente dell’avversario. Tuttavia, fortuna e trucchi mentali non funzionano quando si gioca contro Janken, un robot dell’Ishikawa Watanabe Laboratory di Tokyo, che non perde mai una partita.
Il robot, che ha l’aspetto di una mano a tre dita, è in grado di prevedere la mossa usata dall’avversario umano e reagisce di conseguenza, completando la mossa necessaria per vincere 1 millisecondo prima dell’essere umano contro cui sta giocando.
Come? No, non ci sono trucchi di magia, solo la visione ad altissima velocità del robot, che gli permette di riconoscere forma e posizione della mano dell’avversario e prevederne la mossa in solo 1 millisecondo (nella prima versione, il robot agiva 20 millisecondi dopo la mossa dell’avversario, nella seconda era in grado di eseguire la mossa allo stesso tempo dell’essere umano contro cui giocava, vincendo ogni partita).
E no, questa tecnologia non serve solo a battervi a morra cinese. Secondo i ricercatori, si tratta di un esempio concreto della cooperazione motoria che i robot possono utilizzare per aiutare gli esseri umani a completare un gran numero di azioni. Pensate ad esempio al lavoro in fabbrica, che richiede l’utilizzo di occhi e mani in quanto è difficile o troppo costoso automatizzare il processo: realizzando robot in grado di completare le azioni più velocemente degli esseri umani, la produttività risulterebbe ampiamente aumentata.
Riferimenti e credits immagine: Ishikawa Watanabe Laboratory
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