Il segreto della felicità nei geni dei danesi

Stando al World Happiness Report del 2013 delle Nazioni unite, la Danimarca è la nazione con i cittadini più felici del mondo. Sarà per il clima? Sembra difficile. Il merito, in effetti, potrebbe essere tutto della genetica. A sostenerlo sono i ricercatori del Centre for Competitive Advantage in the Global Economy della University of Warwick, in uno studio apparso tra i discussion paper del tedesco Institute for the Study of Labor (Iza). I risultati dimostrerebbero infatti che più una popolazione è geneticamente distante dai danesi, più si posiziona in basso nella classifica mondiale della felicità. La cautela però è d’obbligo, perché sono gli stessi autori ad ammettere che serviranno ulteriori ricerche per interpretare correttamente i loro risultati.

Lo studio prende il via da un fatto curioso: in tutte le classifiche mai realizzate della felicità e del benessere nel mondo (indagini basate solitamente su questionari e sull’incidenza di patologie come depressione e ansia in una data popolazione) la Danimarca è sempre risultata ai primi posti, e questo anche aggiustando i risultati per tenere conto di differenze come il prodotto interno lordo, il welfare e la qualità di vita che la differenziano dalle altre nazioni. Un autentico mistero, di cui gli economisti cercano la soluzione da anni.

Per trovarla, i ricercatori inglesi hanno deciso di guardare alla genetica. Per prima cosa hanno calcolato la distanza genetica della popolazione danese dalle altre nazioni, cioè quante differenze esistano a livello dei geni. Utilizzando questi dati li hanno quindi incrociati con quelli di diverse indagini internazionali sulla felicità e il benessere nel mondo, scoprendo che in media più una popolazione è geneticamente simile ai danesi, più si trova in alto in queste classifiche.

In una seconda fase dello studio i ricercatori hanno invece verificato la relazione tra la felicità di una nazione e la frequenza nel genoma degli abitanti di uno specifico gene, legato all’azione della serotonina, che in alcuni (per la verità controversi) studi è stato associato ad una maggiore stabilità dell’umore e un maggiore senso di benessere. Neanche a dirlo, il genoma in cui è risultato più abbondante è quello dei danesi (e quello degli olandesi, estremamente simile).

La terza ed ultima parte della ricerca ha riguardato invece gli Stati Uniti, per verificare se l’effetto del genoma danese rimanesse valido anche in persone che crescono in un altro paese. “Abbiamo utilizzato i sondaggi sulla felicità dichiarata dai cittadini americani, incrociandoli con il paese di provenienza dei loro antenati”, spiega Andrew Oswald, uno degli autori dello studio. “I risultati hanno dimostrato che esiste una correlazione statistica tra la felicità attuale di alcune nazioni e quella che si osserva tra gli americani che discendono da cittadini di queste nazioni, e questo anche dopo aver aggiustato i risultati per tenere conto del benessere economico o delle credenze religiose” .

Stando ai risultati dello studio, la felicità potrebbe quindi essere determinata in larga parte dal nostro dna, e più precisamente da un cocktail di geni estremamente abbondante tra i cittadini della Danimarca. Una pessima notizia per noi italiani, visto che risultiamo agli ultimi posti in quasi tutte le indagini realizzate fino ad oggi (in quella delle Nazioni Uniti siamo 45 esimi), e potremmo quindi doverci rassegnare all’infelicità. Sono gli stessi autori della ricerca però a mettere le mani avanti, avvertendo che i risultati per ora sono estremamente difficili da interpretare correttamente. “Serviranno ulteriori ricerche in questo campo di studi“, avverte infatti Oswald, che si dice comunque convinto che in futuro gli economisti e gli scienziati sociali dovranno prestare maggiore attenzione al ruolo giocato dalla genetica nel determinare il benessere delle popolazioni.

Via Wired.it

Credits immagine: Roger Wollstadt roger/Flickr

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