Quando si tratta di immagini, grafici o tabelle, i colori possono essere un utile strumento descrittivo: spesso si usano per raccontare un dato, o impostare una legenda. Non per tutti però il collegamento tra un colore e l’informazione che esso racchiude è facile da comprendere: i daltonici, infatti, possono avere difficoltà a vedere determinati colori dello spettro luminoso. Uno studio dell’Università di Bologna, pubblicato sulla rivista Ecological Informatics, descrive il funzionamento di un nuovo programma utilizzabile con un normale computer, chiamato “cblindplot“, la cui funzione principale è quella di correggere i colori di un documento in modo che il messaggio che esso contiene sia leggibile anche a chi presenta daltonismo.
Secondo una analisi pubblicata sulla rivista Eye, il daltonismo è tra i più comuni disturbi della vista. Ne esistono forme acquisite e forme congenite, ma sono le seconde le più diffuse, visto che colpiscono quasi il 5% della popolazione mondiale, prevalentemente maschile.
Diverse sono poi le forme in cui il daltonismo si manifesta, variando in funzione del campo della radiazione luminosa visibile che l’occhio non è in grado di intercettare. Alcune forme sono più comuni, come la protanopia, o incapacità di percepire il rosso; o come la deuteranopia, in cui il colore limitante è il verde. Ma esistono anche forme più rare, come l’impossibilità di percepire la luce blu, anche detta tritanopia. Proprio su queste tre forme si è concentrata l’attenzione degli autori dell’Università di Bologna.
In generale, premettono i ricercatori, il problema della leggibilità dei colori nelle mappe è poco considerato, e spesso una scelta impropria può generare confusione. Ma come rendere fruibili ai daltonici i messaggi codificati dai colori nelle mappe? Serve un programma apposito, e una delle maggiori piattaforme virtuali di statistica computazionale, il software “R”. Questa è una piattaforma informatica tra le più note nel campo della bioinformatica e nella raccolta e analisi di dati, e si basa sull’uso di diversi codici che permettono di testare la fruibilità di un’immagine per i daltonici, come per esempio il pacchetto “colour-blindcheck”, o di utilizzare a priori solo scale di colori appositamente studiate, come il pacchetto “viridis”.
Mancava però un programma che consentisse di trasformare un’immagine in qualcosa di visibile per un daltonico. Per risolvere questo problema i ricercatori dell’Università di Bologna hanno messo a punto cblindplot R. Inserendo come input uno specifico tipo di daltonismo (protanopia, deuteranopia, o tritanopia), si ottiene quella stessa immagine ricolorata sulla scala visibile anche da chi ha quel difetto della visione. Gli autori hanno mostrato l’efficacia del programma a partire dall’immagine delle variazioni del ghiacciaio di Similaun. Qui il blu, il verde/giallo e il rosso risulterebbero difficilmente leggibili per le forme di daltonismo di cui si è parlato. Applicando invece uno dei tre pacchetti, l’immagine viene rielaborata per essere fruibile anche ai diversi tipi di daltonici.
Riferimenti: Ecological informatics
Foto di Lucas Kapla su Unsplash
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