Il super-microscopio da Nobel

Lui è Eric Betzig, neolaureato Nobel per la Chimica. Ma, dopo il successo della microscopia a fluoresencenza, è tutt’altro che sazio: la sua ultima creazione si chiama lattice light sheet microscope (traducibile più o meno come microscopio a fogli di luce reticolari) ed è un potentissimo strumento di imaging che promette grandi passi avanti nel campo della microscopia ottica. La nuova tecnologia, descritta dall’équipe di Betzig dello Howard Hughes Medical Institute sulle pagine di Science, è infatti in grado di scattare immagini ad altissima risoluzione dei processi cellulari senza danneggiare le cellule stesse, come invece avveniva con gli strumenti precedentemente usati. Finora, infatti, la possibilità di osservare da vicinissimo i processi cellulari, di solito, comportava il danneggiamento del materiale organico a causa dell’eccessiva esposizione alla luce – il cosiddetto fenomeno della fototossicità.

Il nuovo microscopio rappresenta l’evoluzione di uno strumento già concepito da Betzig nel 2011. Un fascio di luce illumina i campioni con un foglio virtuale di luce, che scansiona progressivamente tutto il piano da osservare. Il problema è che il fascio usato dagli scienziati, detto fascio di Bessel, tende a sfocare lateralmente, il che comporta che una parte del campione illuminato risulta fuori fuoco.

Per evitarlo, gli scienziati hanno diviso il fascio in sette mini-fasci paralleli, che interferiscono tra loro in modo da cancellare le sfocature sui lobi. In questo modo, spiega Betzig, si vince tre volte:“Ci siamo molto sorpresi osservando che, dividendo l’energia del fascio in sette parti, la fototossicità è scomparsa. Abbiamo capito che è la potenza istantanea della luce a danneggiare le cellule, più che la quantità totale di luce che le illumina. Con il sistema che abbiamo sviluppato siamo riusciti, contemporaneamente, a diminuire l’energia del fascio, ad avere un’illuminazione ad alto contrasto e a sbarazzarci del fastidioso problema dei lobi laterali sfocati”.

I ricercatori hanno testato lo strumento su venti sistemi biologici diversi, tra cui lo sviluppo embrionale nei nematodi e nei moscerini della frutta. Se avete buone idee e volete usare il microscopio per i vostri esperimenti, non avete che da fare domanda all’Advanced Imaging Center dello Janelia Research Campus a questo link. Ma devono essere davvero ottime idee.

Credits immagine: Betzig Lab, HHMI

Via: Wired.it

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here