Categorie: Spazio

Il telescopio Planck chiude un occhio

Come da programma, Planck ha portato a termine la sua missione. Il 14 gennaio scorso, infatti, l’osservatorio volante dell’Agenzia Spaziale Europea a caccia delle prime luci dell’Universo ha esaurito la riserva di liquido refrigerante necessario a far funzionare i sensori, di fatto ponendo fine alla sua esplorazione dello Spazio. 

Lanciato nel 2009, Planck è stato costruito per viaggiare nel tempo, alla ricerca cioè della radiazione di fondo a microonde (Cosmic Microwave Background, CMB), l’eco del Big Bang. Analizzando i vagiti dello Spazio primordiale, prima che fossero create stelle e galassie, gli astronomi sperano così di riuscire a capire come l’Universo si sia creato ed evoluto nel corso del tempo. 

In realtà, Planck chiude solo un occhio. A spegnersi è stato infatti l’High Frequency Instrument (HFI), mentre il Low Frequency Instrument continuerà a lavorare per buona parte del 2012. Insieme, HFI e LFI, con i loro 74 sensori con nove rivelatori di microonde, hanno permesso all’osservatorio spaziale di catturare un ampio spettro di onde elettromagnetiche.

Che cosa ha scoperto Planck durante il suo viaggio? Per dirlo, dovremo aspettare il prossimo anno, quando i primi dati saranno stati elaborati. Per ora, però, sappiamo che Planck ha permesso di scoprire gruppi di galassie sconosciute e di ricostruire la mappa dell’Universo a microonde

via wired.it 

Credit immagine: ESA/LFI & HFI Consortia

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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