Categorie: Vita

La danza degli scarabei per ritrovare la rotta

Sale in cima a una palla, ruota più volte su se stesso, sia in senso orario che antiorario, e con disinvoltura riscende a terra. L’acrobatica “danza” che lo scarabeo stercorario (Scarabaeus Kepher nigroaeneus) compie, subito dopo avere dato agli escrementi di cui si nutre un’impeccabile forma sferica, potrebbe servirgli per orientarsi nello spazio. 

Dopo avere osservato il comportamento di questi insetti coprofagi in differenti circostanze, i cinque biologi autori di uno studio appena pubblicato su Plos One si sono infatti convinti che le singolari giravolte abbiano fondamentalmente due funzioni: stabilire la rotta lungo la quale far rotolare la pallina e ritrovare la stessa direzione, se per colpa di qualche ostacolo, venisse persa. Due operazioni cruciali per la sopravvivenza degli animali.

Il percorso da seguire non può infatti essere scelto a caso. Gli scarabei devono allontanarsi il prima possibile dal cumulo di sterco a cui attingono per formare la loro composizione geometrica, in modo da sfuggire all’aggressione di altri insetti che potrebbero sottrargli l’ambito bottino. E non devono rischiare, mentre sono impegnati nelle operazioni di trasporto, di ritornare al punto di partenza e ritrovarsi faccia a faccia con i rivali. Il modo migliore per evitare guai è muoversi in linea retta. 

Ma come scelgono la direzione? E, soprattutto, come fanno a mantenerla, visto che mentre spingono la pallottola di sterco la testa è rivolta in direzione opposta e lo sguardo fisso al suolo? Grazie a quella caratteristica danza che svolgono in cima alla palla. A questa conclusione i ricercatori, guidati da Emily Baird della Lund University, in Svezia, sono giunti dopo avere calcolato la probabilità che gli insetti si diano al ballo in alcune circostanze congegnate ad hoc. La maggior parte degli scarabei, che erano stati posizionati in bidoni di plastica e riforniti di escrementi di mucca, si è esibita nella caratteristica danza in precise occasioni: poco prima di iniziare a fa rotolare la palla, in presenza di un ostacolo, dopo aver perso il controllo della palla, dopo aver perso la rotta iniziale (perché forzati a cambiare direzione in tunnell semicircolari, o perché ruotati a loro insaputa di 180°) e, infine, in presenza di simulati cambiamenti nella posizione del sole.

In tutti questi casi, anche se in misura diversa, la percentuale di scarabei che saliva in cima alla palla era maggiore rispetto a quella di chi rimaneva a terra. L’angolo di rotazione e il verso potevano cambiare da un individuo all’altro, ma la coreografia restava la stessa: giravolte cadenzate da brevi pause. Sembrerebbe evidente quindi, dicono gli autori dello studio, che il balletto funzioni da bussola.

La rotazione intorno all’asse verticale permetterebbe agli scarabei di registrare alla partenza (come in una scansione) i punti di riferimento esterni – la posizione del sole e della luna – in base ai quali decidere in quale direzione spingere la palla. Le successive danze durante il percorso servirebbero per ritrovare gli stessi elementi presenti nella fase dell’orientamento iniziale. 

Restano ancora da capire le ragioni di quella percentuale di scarabei che, nelle stesse circostanze dei loro compagni, non si concede al ballo. In natura, il 39% degli insetti che si trova nelle vicinanze del cumulo di sterco salta il rituale prima di cominciare a far rotolare la palla. Forse costoro, ipotizzano i ricercatori, individuano la loro rotta in qualche altro modo mentre appallottolano lo sterco. La danza è quindi un’ottima bussola, ma probabilmente non è l’unica. Sul sistema di orientamento degli scarabei c’è ancora molto da capire.

Riferimento: doi:10.1371/journal.pone.0030211

Credit immagine: Emily Baird; Baird E, Byrne MJ, Smolka J, Warrant EJ, Dacke M / PLoS ONE 

Giovanna Dall'Ongaro

Laureata in filosofia ha curato l’ufficio stampa dell'Ente Nazionale Protezione Animali e collabora come free lance con diverse testate, tra cui 50&Più (Confcommercio),L'Espresso, La Macchina del Tempo. Dal 2003 fa parte della redazione di Sapere.

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