Imaging di precisione

    Un nuovo tipo di imaging per la diagnostica dei tumori è in grado di catturare più immagini  simultaneamente, e con una risoluzione mille volte maggiore rispetto agli standard attuali. Lo strumento, basato sull’effetto Raman, è stato messo a punto da  Sanjiv Sam Gambhir, docente di radiologia presso l’Università di Stanford.

    L’effetto Raman è noto dal 1930: quando un fascio di luce originato da un laser colpisce un oggetto, alcuni fotoni (circa uno su dieci milioni) subiscono lo scattering, cioè una diminuzione di energia e vengono diffusi con una frequenza più bassa dell’originaria. Misurando la differenza di energia, si possono ricavare informazioni di natura chimica e strutturale dell’oggetto colpito dalla luce, perché il pattern di diffusione è unico per ciascuna sostanza e rappresenta una sorta di firma spettroscopica.

    Shay Karen e Cristina Zavaleta, coautrici dello studio apparso su Nature Nanotechnology, sono partite da tale effetto e lo hanno applicato al campo medico, in particolare al settore oncologico. La sperimentazione, per ora, è avvenuta solo sugli animali: nanoparticelle d’oro e nanotubi di carbonio a parete singola sono stati iniettati in topi, successivamente esposti alla luce del laser. Grazie al nuovo tipo di spettroscopio si è potuta osservare la migrazione di tali particelle all’interno degli organismi: in particolare si è visto che queste si dirigono verso differenti zone tumorali. Una volta adattata agli esseri umani, la tecnica potrebbe esser utile in campo chirurgico, per esempio per l’asportazione di piccoli tessuti maligni. I ricercatori infatti sono stati in grado di vedere il bersaglio a una scala mille volte più piccola rispetto a qualunque altra metodica.

    “Questo è un modo completamente nuovo di catturare le immagini. Tra quindici anni se ne apprezzerà l’utilità” ha dichiarato Gambhir “perché nessuno dei metodi finora conosciuti possiede tutte le sue caratteristiche: la precisione nel rilevare i piccoli particolari, l’economicità e la facilità d’impiego”. La spettroscopia Raman sembra dunque aprire la strada all’imaging molecolare. (c.d.)

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