Insegnare ai computer il significato delle parole grazie a Google. E’ l’idea di Paul Vitanyi e Rudi Cilibrasi del National Institute for Mathematics and Computer Science di Amsterdam. I ricercatori sono partiti dall’analisi di un annoso problema di intelligenza artificiale: come insegnare ai robot come distinguere fra le parole. Come può un computer sapere cos’è un cappello? E come fa a sapere che un cappello si mette in testa, e non sul gomito? La risposta di Vitanyi e Cilibrasi è semplice: bastano un paio di ricerche su Google. Il numero di pagine che si ottengono ricercando “cappello+testa” è molto più grande di quello che si ottiene cercando “cappello+gomito”. I ricercatori hanno introdotto una misura, la “distanza-google normalizzata”, basata sul numero di pagine trovate. Con essa si possono costruire “alberi di parole”. Ovvero reti che collegano fra loro le parole che hanno una connessione logica più forte, comparendo più spesso accostate nelle pagine web. Gli studiosi hanno dimostrato che, con questo metodo, un computer può distinguere fra colori, numeri, religioni e persino pittori olandesi. (m.ca.)