Vita

L’impulsività nell’adolescenza è importante per crescere. Anche per i macachi

Anche l’adulto più giudizioso durante l’adolescenza avrà preso almeno qualche decisione avventata, che ora si guarderebbe bene dal ripetere. I ragazzi sono così: impulsivi e con una minore capacità di autocontrollo. E non vale solo per gli esseri umani. A tenerci compagnia nelle bravate adolescenziali sono gli altri primati, in particolare i macachi. Nel delicato passaggio dall’adolescenza all’età adulta, i nostri cervelli affrontano gli stessi cambiamenti: la smania puramente adolescenziale di esplorare e rompere gli schemi diventa un requisito fondamentale per imparare a rispondere in maniera adeguata agli stimoli ambientali e trasformarci in adulti responsabili. Una “fase” che non sembra vincolata alla specie umana, ma ci rende ancora più simili ai nostri parenti più stretti. È questa, almeno, l’opinione del neurobiologo Christos Constantinidis, della Wake Forest School of Medicine, e della psichiatra Beatriz Luna dell’Università di Pittsburgh, che al tema hanno dedicato una review appena pubblicata sulle pagine di Trends in Neuroscience.

Un test per l’impulsività

Il tratto saliente dell’adolescenza umana è quindi l’impulsività. Ma come si fa a misurarla? Nulla di pericoloso, per fortuna. Esistono dei test per calcolare la difficoltà di un individuo nel fermare una risposta istintiva e sostituirla con una volontaria. Uno dei più utilizzati è il cosiddetto “test antisaccade“, che consiste nel sopprimere l’impulso (istintivo) a guardare una stimolo visivo saliente che appare in una posizione inaspettata, e puntare invece, volontariamente, gli occhi nella direzione opposta. Un test – scrivono i ricercatori – che funziona sia con gli esseri umani che con i macachi. E nel quale, stando ai dati disponibili nella letteratura scientifica, sia tra gli esseri umani che tra i macachi gli adulti conseguono risultati migliori degli adolescenti, dimostrando quindi un maggiore controllo sulle proprie azioni.

L’importanza di pianificare

Secondo Constantinidis e Luna, quello che manca al cervello durante l’adolescenzaè l’effettiva capacità di usare i circuiti neuronali che regolano i processi inibitori. Non c’è niente che non va: in questa fase gli aspetti fondamentali dell’organizzazione cerebrale sono già al loro posto, ma devono essere perfezionati. Non significa semplicemente imparare a inibire un comportamento impulsivo, ma soprattutto prepararsi in anticipo, fare dei piani nel medio o lungo termine. Questo è forse il cambiamento più importante quando si diventa grandi: dopotutto, se così non fosse, sarebbe piuttosto complicato per noi dedicarci seriamente al lavoro, alla famiglia e alle altre incombenze della vita adulta. E lo stesso vale anche per gli animali, che devono prepararsi ad affrontare le loro personali sfide quotidiane.

Le esperienze nell’adolescenza fanno crescere

In attesa che il tempo faccia la sua parte, quindi, l’impulsività tipica dell’adolescenza sembra proprio qualcosa di cui non possiamo fare a meno. E per fortuna: secondo i due autori dello studio questo momento è di fondamentale importanza sia per gli esseri umani che per gli animali, poiché li sprona a essere attivi, esplorare e superare i proprio limiti. E le nuove esperienze sono proprio quello di cui il cervello ha bisogno per perfezionarsi e diventare adulto. Lo studio comparato tra uomo e primati può quindi rivelarsi estremamente utile per comprendere meglio le basi neurobiologiche di questo cambiamento e cosa succede quando qualcosa va storto, come avviene in molte malattie mentali che insorgono proprio durante l’adolescenza.

Riferimenti: Trends in Neurosciences

Erika Salvatori

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