In borsa l’intelligenza non serve

    Come creare un modello informatico che riproduca l’andamento della Borsa di Londra? Semplice. Basta porre uguale a zero l’intelligenza degli operatori. È quanto emerso da una simulazione progettata da Doyne Farmer del Santa Fe Institute, nel New Mexico. Mentre nei modelli tradizionali si suppone che gli operatori agiscano razionalmente, sapendo perfettamente tutto quello che gli serve, in questo caso l’approccio è opposto, come spiega Farmer: “Siamo partiti da agenti che si comportano in modo casuale”. E il risultato gli ha dato ragione: confrontato con la Borsa di Londra, su un campione di 11 titoli per 21 mesi, per un totale di 6 milioni di ordini di compravendita, il modello ha coinciso con l’andamento reale dei due parametri finanziari analizzati rispettivamente al 96 per cento e al 76 per cento. Questa conclusione paradossale non vuol dire che gli scambi di azioni vengano effettuati a caso, ma che il movimento dei mercati dipende più dalla struttura e dai vincoli del mercato stesso che dalle strategie dei singoli. La ricerca ha anche risvolti pratici: potrà dare indicazioni ai mercati per diminuire i costi delle transazioni e la variabilità dei rendimenti, e quindi favorire gli investitori. (p.g.)

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