In difesa dei sei di Tripoli

Il 31 ottobre prossimo si riaprirà in Libia il processo contro le cinque infermiere bulgare e il medico palestinese accusati di avere volontariamente infettato con l’Hiv 400 bambini dell’ospedale pediatrico di Bengasi presso cui lavoravano. I sei sono già stati condannati alla pena capitale nel 2004 ma la sentenza è stata annullata dalla Corte Suprema libica a causa di “irregolarità” negli interrogatori: arrestati nel 1999, ai sei era stata estorta sotto tortura una confessione, poi ritrattata.

A favore degli accusati Amnesty International è ritornata a lanciare un appello lo scorso 4 ottobre, mentre il 16 ottobre la Federazione delle Accademie di medicina europee ha scritto una lettera al colonnello Gheddafi perché sia garantito un giusto processo che tenga presente i risultati dello studio condotto da Luc Montagnier e Vittorio Colizzi. I due, tra i massimi esperti di Aids al mondo, hanno dimostrato che l’origine dell’infezione risale a un periodo precedente all’arrivo in quell’ospedale dei sei accusati, e che la causa del suo diffondersi deve essere addebitata a carenze nelle misure sanitarie. (l.g.)

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