Categorie: Società

Incentivi alle rinnovabili, un appello contro altri sprechi

L’11 aprile scorso, i ministri dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente e dell’Agricoltura hanno varato i due schemi di decreti ministeriali per definire i nuovi incentivi alle rinnovabili: quello per l’energia fotovoltaica (Quinto Conto Energia) e quello per le altre rinnovabili elettriche (eolico, idroelettrico, geotermico, biomasse, biogas). Ora i due schemi (qui i documenti) sono al vaglio dell’Autorità dell’Energia e della Conferenza Stato-Regioni. Galileo pubblica la lettera aperta al Presidente del Consiglio Mario Monti, scritta da Italia Nostra, Amici Della Terra, Mountain Wilderness Comitato Nazionale Per Il Paesaggio, Comitato Per La Bellezza, Movimento Azzurro. Un appello firmato da oltre 30 intellettuali italiani.

La bozza di Decreto sulle energie rinnovabili che sta per essere emanato recepisce solo parzialmente e con grande ritardo l’allarme lanciato più volte da una parte dell’associazionismo ambientalista e da una miriade di comitati locali, per gli incentivi mal gestiti e fuori misura che col passare del tempo hanno finito col pesare ingiustamente sulle bollette dei cittadini e delle imprese, hanno permesso infiltrazioni della malavita organizzata nel settore dell’eolico e hanno contribuito alla inutile devastazione di troppi preziosi paesaggi italiani.

Nelle premesse di tale bozza, il Governo riconosce finalmente che è stato sbagliato privilegiare lo sviluppo di energia rinnovabile elettrica rispetto ai settori delle rinnovabili termiche, della cogenerazione, dei trasporti e dell’efficienza energetica, settori assai più vantaggiosi in termini economici, di minor impatto ambientale e di maggior ricaduta sull’economia nazionale. Il Governo inoltre sottolinea che in molti Paesi d’Europa sono in corso ripensamenti anche drastici riguardo al sostegno alle rinnovabili elettriche a motivo del loro costo eccessivo in rapporto ai risultati. Uno spreco non più sostenibile in tempi di ristrettezze.

Noi non possiamo che sottoscrivere l’intenzione del Governo di perseguire lo sviluppo delle energie rinnovabili in modo più virtuoso e più efficiente rispetto a quanto accaduto finora: non sarebbe accettabile continuare a garantire rendite di tipo speculativo a spese di cittadini e imprese che già pagano la crisi, spesso con effetti drammatici. A ciò si aggiungono gli “effetti collaterali” negativi dei mastodontici impianti delle torri eoliche che limitano pesantemente la qualità della vita di chi è costretto ad abitare nelle vicinanze, danneggiano la biodiversità, degradano il patrimonio culturale, naturale, paesaggistico dell’Italia e l’immagine stessa della nostra nazione.

Temiamo, però, Signor Presidente del Consiglio, che le misure definitive che verranno adottate non risultino del tutto coerenti con le premesse del decreto e lascino spazio a interpretazioni ambigue e a facili aggiramenti. Temiamo, soprattutto, insidiose marce indietro, sull’onda delle scontate contestazioni di coloro che per anni hanno goduto delle rendite speculative riservate a due sole fonti, l’eolico e il fotovoltaico, le più conosciute fra tutte le rinnovabili ma anche le più discutibili in termini di risultati e di costi a carico della collettività.

Gli incentivi concessi fin qui hanno favorito una espansione del fotovoltaico così imponente da permettere al nostro paese di raggiungere i traguardi indicati dall’Europa con ben otto anni di anticipo; dunque nulla vieterebbe di procedere alla soppressione o almeno a un radicale ridimensionamento degli incentivi all’eolico, divenuti evidentemente superflui, insieme a una più rigorosa e restrittiva identificazione dei siti adatti a ospitarne gli impianti, in analogia col recente provvedimento per l’esclusione degli incentivi ai pannelli fotovoltaici installati sui suoli agricoli.

Questa sarebbe la misura veramente coerente con le premesse del decreto, considerando l’inaccettabile squilibrio tra costi e benefici della produzione di energia dal vento. Infatti, se da un lato è indubbio che la comparsa, lungo i crinali delle nostre colline o in luoghi adiacenti a monumenti di rilevanza storica e artistica, di centinaia di enormi aerogeneratori, provochi una radicale e irreversibile alterazione dei valori identitari, culturali, estetici del paesaggio italiano, dall’altra il loro contributo alla soluzione del problema energetico rimane e sempre rimarrà irrilevante, vista la bassa ventosità media dei siti italiani, equivalente ad appena 1.500 ore l’anno (a fronte delle 2.000 ore ritenute indispensabili in Europa per rendere competitivi gli impianti eolici).

La Costituzione italiana stabilisce che il paesaggio è un bene primario. Di conseguenza crediamo che le sue alterazioni non dovrebbero essere negoziabili al di fuori di circoscritti motivi di eccezionale gravità e urgenza, nonché di comprovata utilità per l’intera comunità nazionale. Noi siamo certi che non sia questo il caso.

Gianfranco Amendola
Alberto Asor Rosa
Paolo Berdini
Remo Bodei
Nicola Caracciolo
Pier Luigi Cervellati
Piero Craveri
Vezio De Lucia
Pier Giovanni Guzzo
Maria Pia Guermandi- Eddyburg
Adriano La Regina
Giacomo Marramao
Ruggero Martines
Antonio Paolucci
Rita Paris
Gaia Pallottino
Desideria Pasolini dall’Onda
Tullio Pericoli
Mario Pirani
Stefano Rodotà
Bernardo Rossi Doria
Giorgio Ruffolo
Carla Sepe
Salvatore Settis
Mariarita Signorini
Mario Signorino
Vittorio Emiliani (Presidente Comitato per la Bellezza )
Dante Fasciolo (Presidente Movimento Azzurro)
Rosa Filippini (Presidente Amici della Terra)
Alessandra Mottola Molfino (Presidente Italia Nostra)
Carlo Alberto Pinelli (Presidente Mountain Wilderness)
Carlo Ripa di Meana (Presidente Comitato Nazionale per il Paesaggio)

Redazione Galileo

Gli interventi a cura della Redazione di Galileo.

Visualizza i commenti

  • Bravi, io farei una bella centrale nucleare proprio sotto casa vostra oppure una centrale a carbone proprio come quella di Brindisi che causa malattie e piogge acide...se è questo quello che volete!... ah dimenticavo, non possiamo farle perchè voi abitate in quei attici in centro... bah!

  • I firmatari di questo articolo appello denunciano una ignoranza energetica allarmante.Radice di 2 è il voto.L'energia termica in Italia è al 76,6% ed uccide lo sviluppo perchè importiamo 80 miliardi annui.Se riduciamo al 50%,rimangono 40 miliardi per rinnovabili large mass,ben diverse da ft.Siete vecchi e peggio non studiate.Non proponente niente di non fossil liquid fuels e si vede.All'Eni cercano gente come voi,impreparati ma pronti a pagare tangenti in Libia(si legga SEC form 20 Eni).720.000 giovani che vorrei impiegare nel mio piano vi gridano contro.Proponete piani seri con numeri e studiate di piu' perchè l'energia per Voi è un optional.BLA,BLA,BLA.

  • il fotovoltaico e l'eolico non hanno solo funzione di indipendenza energetica ma anche quello di svincolarsi da grandi gruppi.
    non bisognerebbe tagliare fondi bensì concentrarli su piccoli impianti(

  • @ tutti quelli sopra

    Non avete proprio capito il senso della lettera:
    è un invito non a rinunciare alle fonti energetiche rinnovabili e all'efficienza, ma a investire di più su quelle con miglior rapporto benefici/costi. Insomma, una cosa che apparirebbe ovvia in qualsiasi nazione, tranne che in Italia, dove ci ostiniamo a buttare un sacco di soldi per dei pannellini fotovoltaici che, a fronte di un risparmio energetico misero per noi, fanno la felicità dei soli cinesi, i quali sono i principali produttori di pannelli.

  • A chi nega i carburanti rinnovabili.A chi è contro lo sviluppo per privilegi di casta fossile.
    La Merkel mette sul piatto tedesco incentivi 200 miliardi di rinnovabili,ma stoccate e tanto vento, che serve per windfuels-windgas.Noi in Italia condanniamo il vento della Germania,non vogliamo l'idrico modulare che sono le 2 basi su cui si producono i carburanti rinnovabili,veri.Devo dare una brutta notizia all'Eni negatore di R fuels:posso produrre 260 miliardi di litri di R fuels ad 1 euro alla pompa con 2500 TWh.Ora chi continua ad impedirlo,sarà denunciato alle Procure per danni ambientali e costo della benzina eccessivo.Attendo pareri contrari:uno lo conosco quello di Nomisma,consulente dei fossil fuels italiani.Il Governo deve scegliere tra il piano Assominiere-Eni che è stato ridimensionato a 25.000 posti dai 75.000 detti in Senato che costa 14 miliardi ma porta la benzina a 2,50 euro litro per il trucco del costo da pozzo profondo ed il mio piano da 720.000 posto che costa 20 miliardi per 70 miliardi di litri di R fuels.La sfida è aperta e se il Governo sceglie il piano Assominiere-Eni non prendetevela con me se la benzina supera i 2 euro litro verso 2,50.La rinnovabile costerebbe fisso per 5 anni 1 euro litro.Ma chi vuole lo sviluppo in Italia?Per ora il Governo è fossile e vuole la benzina con 5 cent in meno.Rinnovabili in fuels contro fossil fuels.un prezzo equo contro un costo doppio speculativo.Cosa sceglierà Passera?La scelta di De Vincenti la conosco,è la campana a morto dello sviluppo nostrano.

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