Un nuovo ‘indizio’ per cercare la vita sugli esopianeti

(Credits immagine: Nasa)

La caccia alla vita nell’Universo – a parte quella sulla Terra, ça va sans dire – potrebbe essere appena diventata leggermente più facile. E non solo perché recentemente abbiamo individuato un potenziale angolino di cielo dove guardare, il sistema di Trappist-1, costituito di sette esopianeti dalle dimensioni simili a quelle della Terra.

L’altra novità è che un’équipe di astronomi della Cornell University ha suggerito, sulle pagine della rivista Astrophysical Journal Letters, una possibile “traccia” da seguire per isolare esopianeti che potrebbero ospitare la vita: la presenza di vulcani – e dell’idrogeno emesso dagli stessi nell’atmosfera – sulla loro superficie. L’idrogeno, infatti, potrebbe contribuire a innescare il riscaldamento dell’atmosfera dei pianeti, rendendo così possibile lo sviluppo della vita anche su quelli considerati al di fuori della fascia di abitabilità perché troppo freddi. Per tornare al sistema di Trappist-1, questo nuovo criterio potrebbe alzare a quattro (anziché tre) il numero di pianeti potenzialmente abitabili.

In generale, i pianeti che si trovano troppo lontano dalla propria stella tendono (poco sorprendentemente) a ghiacciare: “Sui pianeti ghiacciati”, spiega Ramses Ramirez, ricercatore del Carl Sagan Institute alla Cornell University, “ogni potenziale forma di vita potrebbe essere sepolta sotto spessi strati di ghiaccio, il che rende molto difficile individuarla con i nostri telescopi. Ma se la superficie fosse abbastanza calda, grazie all’azione dell’idrogeno vulcanico e al riscaldamento atmosferico, allora questa potrebbe ospitare la vita, il che dovrebbe lasciare delle tracce visibili”.

Secondo i calcoli di Ramirez e colleghi, tenendo conto dell’effetto dell’idrogeno vulcanico la zona abitabile delle stelle si potrebbe ampliare fino al 60%: “Laddove eravamo convinti ci fossero solo terre desolate e ghiacciate, potrebbero invece esserci scenari tiepidi e temperati – posto che esistano dei vulcani nelle vicinanze”. Vuol dire che, per esempio, la fascia di abitabilità del nostro Sistema solare, che arriva poco oltre l’orbita di Marte (1,67 la distanza Terra-Sole), potrebbe estendersi, tenendo conto della presenza di idrogeno vulcanico, addirittura fino a 2,4 volte la distanza Terra-Sole, arrivando a lambire la fascia degli asteroidi tra Marte e Giove.

Via: Wired.it

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

Articoli recenti

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

1 giorno fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

3 giorni fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

4 giorni fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

5 giorni fa

Leptospirosi: perché crescono i casi a New York?

Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…

1 settimana fa

Fogli d’oro sottilissimi: arriva il goldene

Potrebbe essere usato in diverse applicazioni come catalizzatore per la conversione dell'anidride carbonica e la…

1 settimana fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più