Influenza, vicini ai segreti della Spagnola

Il mondo della scienza avrebbe compiuto un significativo passo avanti nella comprensione dei meccanismi virali che provocarono la letale epidemia di influenza Spagnola nel 1918-19. Secondo quanto riportato su Nature, il ricercatore Yoshihiro Kawaoka, che lavora nelle università del Wisconsin e di Tokyo, avrebbe ricostruito dei geni del temibile virus influenzale per testarne le capacità di aggressione al sistema immunitario dei topi.

L’approccio seguito per la ricostruzione, chiamato genetica inversa, ha permesso di edificare una sequenza artificiale di Dna basandosi sulle sequenze del virus originale, decifrate già negli anni precedenti da campioni preservati di vittime dell’epidemia. Sono stati così creati due geni del vecchio virus, successivamente inseriti nel virus influenzale moderno e iniettati nei topi. I sintomi sviluppati dagli animali sarebbero identici a quelli presenti negli esseri umani infettati nel 1918 ma il colpevole sarebbe solo uno dei due geni, mentre l’altro risulterebbe inerte. I topi analizzati presenterebbero inoltre un alto livello di citochine, delle particolari proteine che vengono sviluppate dall’organismo anche in presenza del più recente virus che causa l’influenza dei polli. Kawaoka spiega che è in questi riscontri l’importanza di questo tipo di ricerca: la conoscenza dei meccanismi di azione di virus ormai debellati ma che presentano, come in questo caso, analogie con virus recenti potrebbe aiutare la prevenzione di eventuali nuove epidemie. (m.zi.)

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