Iniezioni letali

Il 40 per cento delle iniezioni praticate per uso medico nel mondo nel 2000 sono state compiute con siringhe usate. E in alcuni paesi il dato sale addirittura al 75 per cento. È l’inquietante realtà emersa da uno studio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha analizzato soprattutto i dati di 25 ricerche finora pubblicate sulle iniezioni nei paesi in via di sviluppo. L’uso di siringhe non sterili contribuisce alla diffusione di molte infezioni quali l’epatite B e C, l’Hiv, la malaria, la setticemia e le febbri emorragiche virali. La distribuzione geografica del fenomeno può destare qualche sorpresa: la percentuale di iniezioni non sterili risulta infatti essere maggiore in alcuni paesi del Sudest asiatico e del Medioriente di quanto non lo sia per esempio nell’Africa Sub-Sahariana, dove si registrano alti livelli di infezione da Hiv. I ricercatori dell’Oms ritengono che la ragione sia nel maggiore grado di consapevolezza dei pericoli di contagio nella popolazione africana. “Riutilizzare siringhe e aghi”, spiega Yvan Hutin, uno degli autori dello studio, “è divenuto socialmente inaccettabile. Diffondere nei paesi in via di sviluppo kit sterili non riutilizzabili per le iniezioni dovrebbe diventare un obiettivo prioritario”. (m.mo.)

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