Il Sole come non l’abbiamo mai visto. Nel vero senso della parola, dato che Iris (Interface Region Imaging Spectrograph), il telescopio della Nasa lanciato in orbita il 28 giugno scorso (vedi Galileo: Iris, il satellite per studiare il Sole), ha ‘fotografato’ delle parti finora sconosciute della nostra stella, mostrando per la prima volta immagini della cromosfera, la regione atmosferica compresa tra la superficie e la corona del Sole. “Le immagini hanno un livello di dettaglio senza precedenti”, dice Adrian Daw, scienziato del Goddard Space Flight Center della Nasa che segue la missione Iris, “e ci aiuteranno a capire in che modo tale regione è collegata a una serie di meccanismi in tutta la stella”.
Dopo aver aperto il suo occhio il 17 luglio scorso, il telescopio ha osservato un gran numero di sottili strutture a forma di fibrille, mai viste prima. Le immagini, inoltre, mostrano delle regioni che si “accendono” e si “spengono” rapidamente: studiando le loro caratteristiche, gli scienziati vogliono capire in che modo l’energia è trasportata e assorbita attraverso la regione solare, ricostruendone la traccia.
Fotografie a parte, uno dei “compiti” di Iris è capire quale sia il motivo delle differenze di temperatura e densità in regioni della nostra stella molto vicine tra loro. Infatti, mentre lo strato più esterno dell’atmosfera del Sole misura circa un milione di gradi centigradi, la sua superficie ha una temperatura quasi 1.000 volte inferiore.
Iris è costituito da due strumenti, un telescopio spaziale per osservazioni nell’ultravioletto e uno spettrografo. Il telescopio fornisce immagini ad alta risoluzione, catturando per ogni misurazione dati sull’1% della nostra stella e cogliendo dettagli molto piccoli, delle dimensioni di circa 240 chilometri. Lo spettrografo dà informazioni sulla luce, misurando quali sono le lunghezze d’onda emesse e assorbite dal Sole. “Quando si cerca di tracciare l’andamento dell’energia e del calore attraverso la regione solare”, spiega Daw, “questo tipo di analisi è fondamentale per studiarne alcune proprietà fisiche”.
Studiare questi strati atmosferici è molto importante, come sottolineano gli esperti, perché possono avere impatto sul clima del nostro pianeta e sul vento solare che, durante eventi “estremi” nella regione spaziale vicina alla Terra, può influenzare il funzionamento dei nostri satelliti, delle reti elettriche e del sistema GPS.
Riferimenti: Nasa
Credits immagine: Nasa/Sdo/Iris
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