Il caffè abbassa il rischio di suicidio?

Caffè: tiene alla larga il sonno, ci aiuta a concentrare l’attenzione e, stando ad alcune recenti ricerche , ha effetti benefici anche su Alzheimercancro della pelle, diabete e fegato. Ma non solo: secondo uno studio pubblicato su The World Journal of Biological Psychiatry, sembra ridurre anche il rischio di suicidio. I ricercatori dell’Harvard School of Public Health hanno infatti mostrato che tra chi se ne concede da due a quattro tazze ogni giorno – l’equivalente di circa 400 mg di caffeina (un espresso ne contiene mediamente circa 80 mg) – il rischio di suicidio è più basso rispetto a chi non ne beve, preferisce il decaffeinato o ne consuma meno.

Lo studio ha monitorato le abitudini di oltre 200 mila persone, per un periodo di 16 anni, registrando tutte le assunzioni di caffeina (per la quasi totalità provenienti dal caffè). Gli scienziati sono quindi andati alla ricerca di eventuali correlazioni tra il consumo della bevanda e il comportamento delle persone, e hanno osservato una diminuzione del rischio di suidicio del 50% tra chi consumava dalle due alle quattro tazze di caffè al giorno rispetto a chi ne consumava meno o preferiva i prodotti decaffeinati.

Non è la prima volta che i ricercatori si interrogano sugli effetti della bevanda sull’umore e sulle condizioni psicofisiche di chi la assume. Uno studio del 2011, infatti, aveva scoperto che nelle donne che bevono caffè il rischio di depressione è ridotto del 15% rispetto a quelle che non ne consumano. Anche le nuove scoperte sembrerebbero convalidare i risultati precedenti, candidando il caffè a  svolgere la funzione di antidepressivo, un’azione probabilmente dovuta alla sua capacità di modificare i livelli dei neurotrasmettitori come la serotonina e dopamina

I risultati dello studio però non implicano affatto che un consumo aumentato di caffeina sia consigliabile a chi soffre di depressione. In primo luogo perché ognuno sa quali sono i propri livelli di consumo ottimale di caffè, ed elevate assunzioni della bevanda sono connessi a insonnia e alterazioni del ciclo del sonno, tachicardia e tremori. Senza contare, spiegano gli scienziati, che gli effetti identificati cominiciano ad affievolirsi per quantità di caffeina superiore ai 400 mg al giorno.  

Riferimenti: The World Journal of Biological Psychiatry doi:10.3109/15622975.2013.795243

Credits immagine: Martin Gommel/Flick

Eleonora Degano

Est modus in rebus (forse)Con alle spalle la maturità classica e una laurea in Biologia e biodiversità degli ecosistemi, ha frequentato il Master in Giornalismo Scientifico Digitale alla SISSA di Trieste. Fotografa amatoriale, lettrice seriale, ogni occasione è buona per fare le valigie e partire. Quando è ispirata scrive di scienza (e non solo) sul suo blog.Su Twitter è @Eleonoraseeing.

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