Waldimaro Fiorentino
Italia, patria di scienziati. I vol.
Edizioni Catinaccio, 2004
pp. 432, euro 30,00
Fra gli italiani che nel corso dei secoli hanno contributo allo sviluppo della scienza e della tecnologia vi è un gran numero di personaggi, la maggior parte dei quali sono poco noti o addirittura sconosciuti, alcuni ricordati soltanto in cerchie ristrette di specialisti. L’opera “Italia, patria di scienziati”, realizzata con il patrocinio della Società italiana per il progresso delle scienze e presentata da Maurizio Cumo, ne recupera la memoria presentandone le vicende, che a volte hanno dato luogo a contributi di rilievo, alcuni anche di attuale interesse. Il primo volume, dedicato alle scienze e alle tecnologie relative alla matematica, alla fisica, alla chimica e alla medicina, raccoglie le storie di un centinaio di personaggi, senza trascurare tuttavia anche gli scienziati e tecnologi più famosi, come Alessandro Volta, Guglielmo Marconi e Enrico Fermi, e menzionando anche le opere di scienziati e tecnologi dei nostri giorni, da Federico Faggin a Riccardo Giacconi. Per restare ai contributi meno noti, l’opera ricorda per esempio l’abate senese Giovanni Caselli, inventore del «pantelegrafo» (1855), progenitore dell’attuale fax, e l’ingegnere romano Giovanni Battista Marzi, a cui si deve la realizzazione, presso il Vaticano, della prima centrale telefonica automatica della storia (1886). Fra gli altri personaggi, troviamo anche gli scienziati che hanno grandemente contribuito allo sviluppo della sismologia: da Luigi Palmieri, prolifico inventore di strumenti a cui fra l’altro si deve il moderno sismografo, a Giuseppe Mercalli, compilatore di un catalogo storico dei terremoti, il cui nome è ricordato nella scala sismica che rappresenta gli effetti dei terremoti. Si tratta, in conclusione, di un’opera di sicuro interesse per la dovizia di notizie e la ricchezza delle informazioni che fornisce.
