Spazio

Il super telescopio James Webb è arrivato a destinazione

“Status: Complete. Webb is in L2 Orbit!”. A due settimane dal lancio, il James Webb Telescope, ha raggiunto la destinazione finale del suo viaggio: il secondo punto di Lagrange, o L2, a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Dopo anni di preparativi e ripetuti rinvii, finalmente, per il prossimo mese di giugno il più grande e complesso telescopio spaziale della Nasa potrà cominciare le osservazioni delle profondità dello Spazio.

L2, un’orbita ideale

L2 è uno dei punti dello Spazio più gettonati per le missioni spaziali perché qui le interazioni tra le forze gravitazionali di Terra e Sole consentono a un oggetto di piccole dimensioni (come un telescopio o una sonda) di mantenere una posizione stabile. Il James Webb Telescope, infatti, non è solo. Nella stessa regione di Spazio intorno a L2 orbitano anche Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e l’osservatorio russo-tedesco Spektr-Rg. Nei prossimi anni, inoltre, sono previsti i lanci di altre missioni spaziali con la medesima destinazione, per esempio quelle dei cacciatori di esopianeti dell’Esa Plato e Ariel.

L2 inoltre, spiega Nature, è ideale per gli strumenti di osservazione perché si trova oltre la Terra, dal lato opposto del Sole: in questo modo la visuale sullo Spazio non è ostruita da altri corpi (come invece avviene per gli strumenti che orbitano intorno alla Terra) e la luce può essere schermata più facilmente. Un altro vantaggio per cui L2 è stato scelto come meta del James Webb Telescope è che la temperatura è stabile a -233°C circa: l’osservatorio spaziale non attraversa coni di luce o ombra preservando gli strumenti dalle dilatazioni e contrazioni che seguono gli sbalzi termici.

Webb operativo a giugno

Destinazione raggiunta, dunque, ma i lavori devono ancora cominciare. Ancora per qualche mese la Nasa procederà con le operazioni di stabilizzazione, calibrazione e preparazione degli strumenti, ma da giugno il James Webb Telescope dovrebbe essere completamente operativo.

Credits immagine: NASA GSFC/CIL/Adriana Manrique Gutierrez CC

Vittoria Kalenda

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