“Jini”, il network per tutti

    Un network che colleghi il computer al telefono, al videoregistratore, all’impianto Hi-Fi e al televisore. Che, soprattutto, possa essere usato da chiunque, senza bisogno di essere dei maghi dell’informatica. E’ il sogno di tutti i consumatori: adoperare in maniera semplice e immediata tutto ciò che è potenzialmente disponibile, e farlo utilizzando una rete. Lo standard che probabilmente più si avvicina a questa richiesta è quello della telefonia mobile. Chi acquista un cellulare, infatti, non deve perdere tempo a configurarlo, ma solamente chiamare il proprio Service Provider per attivarne i servizi. Ed è per soddisfare queste esigenze che nasce il progetto Jini, promosso dall’americana Sun con l’appoggio di partner di tutto rilievo come Toshiba, Epson, Mitsubishi, Ericsson, Novell e molti altri. Obiettivo dichiarato: semplificare efficacemente l’interazione con le reti.

    Il senso di questa operazione è rivoluzionario: è la rete che si avvicina all’utente finale. Dagli inizi del 1980 a oggi, forte della crescente affermazione delle connessioni attraverso le Lan (reti locali) , le Wan (reti geografiche) e Internet, la cosiddetta rete delle reti, il complesso mondo dei network è uscito dal ristretto ambito delle grandi aziende pubbliche o private, legate inizialmente al concetto di mainframe – cioè di un sistema rigidamente gerarchico governato da un costosissimo terminale di calcolo – per entrare prepotentemente nelle case o nei piccoli uffici, grazie agli economici personal computer sempre più prestanti e flessibili.

    Però questo non vuol dire che tutti coloro che abitualmente utilizzano le risorse di una rete siano in grado di integrarla con nuovi componenti. Un esempio per tutti: per utilizzare una stampante di rete non basta collegarla fisicamente al nostro network, ma bisogna installare i driver capaci di pilotarla, configurare adeguatamente i client che intendono utilizzare i suoi servizi, impostare priorità di accesso razionali, e molto altro ancora. Insomma una faccenda da tecnici specializzati, o almeno da utenti esperti.

    Con Jini, invece, la rete farà tutto da sé. Parlerà con le sue periferiche. La scommessa è basata su un piccolo codice Java, cioè un linguaggio di programmazione a oggetti sviluppato dalla stessa Sun Microsystem alcuni anni fa. Inizialmente concepito per funzionare su apparati domestici come i televisori programmabili, Java venne poi mutuato interamente nel mondo di Internet. E’ un linguaggio di circa 50 Kbytes che, opportunamente inserito in qualsiasi dispositivo elettronico, ne permette la collaborazione spontanea all’interno di una comunità di macchine virtuali Java (la Java Virtual Machine è un particolare software che permette la decodificazione dei comandi Java).

    Con Jini, quando una nuova periferica – per esempio una stampante o uno scanner – viene collegata a una rete, inizia una prima fase detta di Discovery (scoperta): il nuovo dispositivo invia un pacchetto di informazioni su sé stesso all’interno del network, una sorta di “chi sono”. Il Lookup, ossia l’oggetto supervisore della rete Jini, non appena riceve la notizia dell’esistenza del nuovo partecipante, comunica alla periferica la sua qualifica di gestore passandole i propri riferimenti. Infine, nella cosidetta fase di “join”, il nuovo arrivato trasferisce al Lookup ulteriori informazioni circa le sue funzioni aggiuntive, i driver necessari per utilizzarlo, le sue specifiche tecniche, e così via. A questo punto il supervisore del network è in grado di gestire intelligentemente le risorse della nuova periferica: se un socio della rete chiede di stampare un documento, il Lookup verificherà nel suo database interno (laddove sono registrati tutti i servizi disponibili) se può soddisfare tale richiesta. E in caso di risposta affermativa provvederà a distribuire ai membri della rete Jini il riferimento alla stampante.

    La Sun quindi, sfruttando ampiamente un buon numero di tecnologie già esistenti, si propone di semplificare l’accesso ai servizi in una rete. Non solo. Se se finora le reti erano costituite quasi esclusivamente dai computer e i loro annessi (stampanti, plotter, modem e così via), con Jini le reti si potrebbero allargare anche a dispositivi come il telefono, il videoregistratore, l’impianto Hi-Fi o il televisore. E’ comunque necessario, per il futuro di Jini – al di là della rosea rappresentazione che ne fa la Sun – che i produttori di software e di hardware implementino queste ampie funzionalità offerte, applicandole tanto nell’elettronica di consumo quanto nei sistemi di comunicazione. D’altro canto, proprio per agevolare questa possibile affermazione sul mercato, la casa americana sembra essere sul punto di distribuire liberamente alla comunità degli sviluppatori software il codice sorgente Java alla base di Jini.

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