Keys to Rome, la mostra sulla citta di Augusto

Come apparivano strade, palazzi e oggetti nella Roma di 2000 anni fa, quando l’impero guidato da Augusto era al suo apice? Dal prossimo autunno potremo “vivere” più da vicino i fasti del Grande Impero grazie a “Key To Rome, le chiavi di Roma”, una mostra innovativa allestita in 4 punti “cardine” dell’antico Impero. La mostra, tenuta in occasione del bimillenario della morte di Augusto, sarà inaugurata il 23 settembre (compleanno dell’imperatore) ai mercati di Traiano a Roma (presso i musei dei Fori Imperiali) e, contemporanemante, ad Amsterdam (Allard Pierson Museum), Alessandria d’Egitto (Bibliotheca Alexandrina) e Sarajevo (Municipio restaurato e Museo Nazionale). Il progetto innovativo è stato realizzato dalla più grande rete di eccellenza europea sui Musei Virtuali, con il supporto della Commissione Europea e dalla Sovraintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

Nella mostra, lo spettatore seguirà un mercante e suo nipote alla ricerca degli oggetti appartenuti alla propria famiglia per svelarne i segreti, usando le chiavi di Roma, nell’unico giorno in cui il dio Giano consentirà di aprire le porte del tempo. Dai busti parlanti alla realtà aumentata, dalla ricostruzione digitale dei reperti agli ologrammi, uno dei punti di forza della mostra è sicuramente l’alto contenuto tecnologico, Keys to Rome si pone infatti come apripista per le tecnologie museali del futuro. “Quelle che stiamo sviluppando”, sostiene Sofia Pescarin, ricercatrice Cnr Itabc e coordinatore di v-must.net, “verranno integrate in maniera permanente all’interno dei musei coinvolti”.

Tra le nuove tecnologie messe a punto per la mostra segnaliamo la presenza di Virtex, Nisar e Admotum. Il primo è uno strumento narrativo tattile (tangible storytelling), una riproduzione (stampa digitale) dell’Ara Pacis e dell’Augusto di Prima Porta all’interno dei quali saranno integrati sensori di prossimità che permetteranno ai visitatori, toccando la superficie, di attivare un approfondimento audio o un contributo video. Nisar è un’applicazione di interazione naturale (sensore Leap) con cui i visitatori, usando il proprio dito come torcia, potranno proiettare sopra la superficie degli oggetti la loro ricostruzione digitale. Admotum invece è un serious game, basato sull’interazione naturale (sensore Kinect), attraverso il quale si potrà usare il proprio corpo per esplorare ambienti 3d e ritrovare gli oggetti, visti nella mostra, all’interno del loro contesto nel gioco.

“Vorremmo provare ad applicare, attraverso Keys to Rome, l’utilizzo di queste tecnologie all’interno dei musei”, sottolinea Daniel Plentricks, “in modo da poter trasportare, in futuro, installazioni di opere d’arte digitalizzate al posto di quelle reali”. Una prospettiva, quella illustrata dal Coordinatore del Digital Museum Expo, che in futuro potrebbe ridurre i costi e i rischi legati al trasporto delle opere d’arte. Sull’importanza della tecnologia si è espresso anche Giuseppe Abbamonte, direttore per i media e i dati nella direzione generale “Connect” della Commissione europea: “Digitalizzare le realtà museali, rendendole fruibili online, permette di migliorare la qualità dei nostri beni culturali. Questo genere di iniziative può attrarre in Italia più visitatori attraverso la pubblicità del nostro patrimonio culturale”.

Durante la conferenza di presentazione è intervenuto anche Paolo Muriello, Direttore dell’Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del Cnr, ricordando che “Roma è una città unica, anche per i suoi problemi, quindi solo insieme si può fare la differenza. Vedere le immagini del Municipio di Sarajevo restaurato (ndr il vecchio municipio era stato dato alle fiamme durante la guerra di vent’anni fa) dimostrano quanto queste occasioni possano aiutare a crescere”. Keys to Rome inizierà il 23 settembre, ma, attraverso social network e siti dedicati all’evento, sarà possibile avere delle delle piccole anteprime nelle prossime settimane.

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