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La crisi che migliora l’ambiente

Calano drasticamente le emissioni di anidride carbonica nei cieli italiani: oltre il nove per cento in meno nel biennio 2008-2009, secondo l’Annuario dei dati ambientali 2010 presentato dall’Ispra (Istituto per la Protezione Ambientale) lo scorso 25 maggio a Roma. Tuttavia c’è poco da rallegrarsi, avvertono i ricercatori:  la Co2 è diminuita più per colpa della crisi economica che per effetto di comportamenti virtuosi.

Le concentrazioni in atmosfera dei gas che accentuano l’effetto serra (la naturale capacità del nostro pianeta di trattenere nell’atmosfera parte del calore proveniente dal sole), e conseguentemente fanno aumentare la temperatura terrestre, sono andate inesorabilmente crescendo a partire dal secondo dopoguerra, parallelamente all’aumento delle attività antropiche. Ma da qualche anno, mentre nei paesi emergenti le emissioni crescono esponenzialmente, nel mondo più industrializzato la tendenza si è invertita.  Nel biennio 2008-09 l’Italia con il suo 9,3 per cento in meno è il paese europeo in cui questa riduzione è stata maggiore, tuttavia, ci sono altre nazioni in tutto il mondo in cui il calo è stato altrettanto se non più accentuato. Primo tra tutti il Giappone, dove nello stesso periodo di riferimento la diminuzione delle emissioni è pari all’11,8%. A questo seguono regno Unito (-8,6%) e Germania (-7%) e Stati Uniti (-6,8%). Al contrario nei paesi emergenti – Cina, India e Corea del Sud – le emissioni di CO2 continuano ad aumentare.

In particolare, i dati relativi al nostro paese per quanto riguarda l’anidride carbonica, principale gas serra, mostrano che l’inversione di tendenza ha iniziato a verificarsi a partire dal 2005 (anno in cui si è osservata una riduzione annua di emissioni pari a 1,8%). Tra il 2005 e il 2008, poi, la riduzione è stata del 5%, ma il calo più importante si è registrato nel biennio 2008-2009. “In particolare, tra il 2007 e il 2008 – dice Domenico Gaudioso, responsabile del servizio Atmosfera e clima dell’Ispra –  una riduzione delle emissioni è stata riscontrata un po’ in tutti i settori, ma è stata più significativa per le industrie energetiche, che invece avevano avuto un trend di crescita nel periodo precedente, per quelle manifatturiere e, per la prima volta, anche per i trasporti”.

Secondo gli esperti l’effetto sarebbe dovuto proprio alla recessione, che negli ultimi anni ha portato a una riduzione delle attività industriali. “Per valutare le emissioni – spiega Gaudioso – si utilizzano degli indicatori: uno dei più significativi in questo caso è proprio quello del consumo di energia elettrica”. Cambiamenti nel valore di questo indicatore possono dipendere da modifiche nelle tecnologie o nelle tipologie di combustibili usati, ma anche dalla riduzione delle attività. “Il fatto che nel negli ultimi anni abbiamo avuto una decrescita sistematica dell’economia (e quindi dell’attività, ndr.) in tutti i settori –  energia, riscaldamento, trasporti, eccetera – ci fa capire che alla base delle ridotte emissioni di gas serra non vi è una causa specifica, ma una causa generica, che li interessa tutti”.

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