La grande anagrafe del Web

Come fermare chi registra dominii internet identici a marchi noti per poi rivenderli a prezzi esorbitanti? Risolvere questi e altri problemi, cresciuti a dismisura con l’evoluzione della rete, tocca adesso all’Icann (http://www.Icann.org/) (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) il neonato organismo internazionale no-profit che nel settembre 2000 assumerà in maniera diretta il coordinamento dell’assegnazione dei Domain Name System (DNS, Sistema dei nomi di dominio), la gestione degli indirizzi IP (Internet Protocol) e la vigilanza del sistema principale di registrazione. L’Icann, che proprio nei giorni scorsi ha tenuto un meeting (http://www.reuna.cl/Icann/) a Santiago del Cile, si configura sin da ora come la più grande anagrafe di Internet. Basti pensare alla grande attenzione che i media americani hanno prestato all’evento, praticamente ignorato dai media europei.

L’Icann è la vera novità nel mondo della Rete. Nata nel novembre 1998 per la precisa volontà della Casa Bianca di trasferire le responsabilità delle decisioni strutturali e organizzative di Internet ad una organizzazione senza scopo di lucro, è ora composta da 15 membri di paesi diversi. Per comprenderne la portata forse è opportuno fare qualche passo indietro. Se oggi Internet è un fenomeno che unisce circa 150 milioni di persone, ai suoi albori, nel lontano 1969, era stata pensata dal Ministero della Difesa statunitense solamente come una forma di interconnessione alternativa che potesse reggere ad un bombardamento nucleare, garantendo la continuità della comunicazione tra varie località sparse sul territorio americano. Il progetto iniziale – che all’epoca coinvolse anche alcune università, centri di ricerca e aziende private – ebbe risultanti talmente interessanti che fin dal 1983 da DARPAnet (Defense Advanced Research Project Agency network, questo era allora il nome della rete informatica di comunicazione) si separò la componente militare e già nel 1985 ad essa facevano capo oltre 100 reti diverse. Per evitare un traffico di dati congestionato e per andare incontro alla forte domanda di servizi, cominciarono a sorgere reti parallele in ambito universitario: solo successivamente queste unirono le loro risorse, grazie all’intervento della National Science Foundation – un ente governativo creato per finanziare lo sviluppo della ricerca americana – attraverso delle dorsali, cioè delle reti ad alta velocità. Da queste alle vere e proprie autostrade elettroniche per Internet, attive già dal 1995, il passo e’ stato breve.

Inizialmente la rete è nata e si è sviluppata quasi esclusivamente negli Stati Uniti. Ed è per proprio per questo che la fine della tutela di Internet da parte delle autorità federali statunitensi segna una vera e propria svolta nella democratizzazione delle risorse del World Wide Web. In questa chiave l’attività della Icann appare di importanza vitale, proprio in un così delicato momento di transizione. Cerchiamo allora di capire quali sono i compiti di questa organizzazione non-profit, a partire dall’essere il punto di riferimento di un servizio universale che comprenda il sistema di numerazione e di indirizzi della Rete.

Se dobbiamo ricercare una informazione, un applicativo, un driver su Internet, siamo abituati a digitare un URL (Uniform Resource Locator, sistema uniforme per l’individuazione delle risorse) composto da una stringa di caratteri senza spazi che identifica in modo univoco qualsiasi risorsa esistente su Internet. In realtà, invece di utilizzare questo indirizzo logico potremmo trovare ciò che stiamo cercando attraverso l’immissione di un indirizzo IP, principale strumento per la comunicazione di pacchetti su Internet, composto da 32 bit suddivisi in gruppi di quattro ottetti (gruppi di 8 bit). Fin dall’inizio infatti venne associata agli indirizzi IP una notazione mnemonica – capace di essere descrittiva della funzione e della ubicazione del proprietario – che allo stesso tempo garantisse una individuazione univoca della risorsa sulla rete.

Facciamo un esempio: se diciamo ad un amico che l’indirizzo di Galileo sul Web si trova all’indirizzo IP 192.120.206.45 difficilmente questo arriverà a casa e si ricorderà della informazione da noi fornitagli, mentre se sempre alla stessa persona diciamo di provare all’indirizzo www.galileonet.it avremo maggiori possibilità che trovi su Internet le pagine della nostra rivista. Questo piccolo miracolo tecnologico è reso possibile dal sistema dei Domain Name System , una sorta di anagrafe universale in cui sono contenute le corrispondenze tra il nome mnemonico e l’indirizzo numerico assegnato ad un personal computer. Nel Dns lo spazio dei nomi è organizzato in una struttura gerarchica ad albero rovesciato. Al vertice di essa vi sono i Tld (Top Level Domain, i domini di primi livello), quelli indicati con il .com per le aziende, con il .gov per enti governativi, con il .edu per enti scolastici e le università, con il .int per le organizzazioni internazionali, con il .net per i fornitori di servizi in rete, .org per le organizzazioni di vario genere con finalità non commerciali, .mil per le organizzazioni militari. Ad essi si sono aggiunti successivamente anche i cosiddetti domini regionali (i .it, .uk, .fr, ecc.) che sono sempre di primo livello ma identificano la nazione di provenienza del sito: la loro gestione è delegata direttamente ai singoli enti nazionali preposti a tale attività.

Quando Internet era invece una realtà esclusivamente americana, il Department of Defence degli Stati Uniti affidò alla Iana (http://www.iana.org/) (Interned Assigned Numbers Authorithy) l’assegnazione degli indirizzi Ip e la registrazione dei nuovi Dns. Oltre a questa autorità – che ben presto delegò l’assegnazione di tali indirizzi alle organizzazioni Arin (http://www.arin.net/) (American Registry for Internet Numbers), Apnic (http://www.apnic.net/) (Asian Pacific Network Information Center) e Ripe/Ncc (http://www.ripe.net/) ( responsabile per i paesi dell’area europea, del Medio Oriente e di alcuni stati dell’Africa) – cominciò a svolgere la funzione di registrazione dei nomi l’InterNIC (Internet Network Information Center).

In seguito alla esplosione di richieste avute a partire dai primi anni ‘90 dalle aziende (per ovvii ritorni commerciali) e dai privati di aprire un nome di dominio su Internet, il governo americano decise di concedere il monopolio di tale attività alla Network Solutions (http://www.networksolutions.com) (alla cui gestione venne quindi affidato InterNIC), esclusivamente per l’assegnazione dei .com, .org e .net. Dal settembre 1995 tale ditta infatti ottiene per una registrazione valevole due anni un corrispettivo di 70 dollari.

Oggi l’Icann è chiamato sia a rompere il monopolio della Network Solutions – ed infatti già 12 (tra cui il colosso AmericaOnLine) sono state le società individuate dall’ente internazionale atte a vendere gli indirizzi Internet – sia a ridare ordine alla spina dorsale dell’accesso al World Wide Web e al commercio elettronico. E’ necessario inoltre interrompere la pratica illecita di chi lucra registrando domain identici a marchi noti per poi rivenderli a prezzi esorbitanti ai titolari del marchio stesso, come del resto è altrettanto urgente introdurre un nuovo gruppo di domini di primo livello capaci di dirimere le sempre più numerose dispute legali legate all’impossibilità di molte aziende di trovare il proprio nome libero. Per questo l’Icann ha già proposto di aggiungere i .shop per indicare ditte che offrono beni acquistabili via Internet, i .firm per identificare aziende ed imprese, i .nfo per chi dà servizi di informazioni e di contenuti e molti altri ancora.

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