Categorie: Società

La grande assente

Se c’è una grande assente nella campagna elettorale, questa è senza dubbio la scienza (vedi l’inchiesta di Galileo “Tribuna scientifica”). Altoparlanti spenti sulle questioni che riguardano i finanziamenti per la ricerca, la tecnologia e l’istruzione. La voce che si sente è invece quella di Silvio Garattini, direttore dell’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, di Rino Rappuoli, direttore del centro ricerche sui vaccini della farmaceutica Novartis, e di Ivano Bertini, direttore del centro per la risonanza magnetica dell’Università di Firenze. Che dalle pagine di Nature si chiedono perché i politici non si sono preoccupati di parlare della necessità di aumentare i fondi per la ricerca scientifica. I rappresentanti dei due maggiori schieramenti politici – Walter Veltroni e Silvio Berlusconi –, dibattendo sulle questioni critiche per il nostro paese, hanno infatti tralasciato la “questione scienza”, quella che nel resto del mondo è considerata il motore dell’economia e dello sviluppo.

Come i ricercatori riportano nella loro denuncia, la grave omissione riflette lo scarso interesse per la ricerca che si avverte in tutta la nazione: “Alcuni ritengono”, si legge nel testo, “che l’Università italiana non sia competitiva, e che le risorse non verranno investite finché non ci saranno delle riforme. Ma le riforme non sono possibili senza un sostanziale incremento degli investimenti. Al momento il budget per la ricerca copre solo i salari e non c’è l’intenzione di incoraggiare gli scienziati migliori”.

L’Italia, infatti, è una delle nazioni in cui si investe meno per la scienza (sotto l’1,5% del Pil contro il 3,86% della Svezia, il 2,51% della Germania, il 2,13% della Francia e l’1,73% della Gran Bretagna) e i ricercatori sono appena 2,7 ogni mille abitanti (contro la media europea di cinque e quella statunitense di sei): “Forse la comunità scientifica in Italia ha fallito nel comunicare l’importanza della ricerca per l’innovazione e l’occupazione qualificata. Ma i nostri amministratori nazionali devono assumersi questa responsabilità e dare la massima priorità agli investimenti in ricerca e tecnologia”. (t.m.)

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