La luce che superò se stessa

Più veloce della luce. Non è più solo il motto di Superman, ma anche di un gruppo di fisici del Cnr di Firenze guidato da Anedio Ranfagni, che avrebbero dimostrato la possibilità di far viaggiare onde elettromagnetiche tra il 5 e il 7 per cento più veloci della luce. Tuttavia, anche se il risultato, pubblicato sull’ultimo numero della rivista Physical Rewiev Letters, dovesse essere confermato, non metterebbe comunque in crisi la teoria della relatività ristretta di Albert Einstein. Secondo questa teoria, infatti, solo i segnali capaci di trasportare informazione non possono superare la velocità della luce nel vuoto. Già da alcuni decenni si sa, per esempio, che una singola onda sinusoidale può superare i fatidici 300 chilometri al secondo, ma questo fenomeno non contraddice la teoria di Einstein perché un’onda del genere non trasporta informazione. Più di recente però è stato dimostrato che anche pacchetti d’onde (loro sì, capaci di trasferire un segnale) in condizioni particolari, per esempio in presenza di materiali altamente assorbenti, posso viaggiare più veloci della luce. Ma anche in questo caso non si tratterebbe di una violazione delle leggi della fisica, quanto di un effetto dovuto alla deformazione del profilo del pacchetto. La novità dell’esperimento italiano è che anche senza alcun mezzo assorbente l’impulso sembra aver viaggiato a velocità superluminale per una distanza di oltre 30 lunghezze d’onda, cioè molto di più che in tutti gli esperimenti precedenti. Non tutti sono convinti che si tratti di un risultato rivoluzionario. Aephraim Steinberg, fisico dell’Università di Toronto, per esempio, ha suggerito che le onde potrebbero aver trovato una sorta di “scorciatoia” nell’apparato sperimentale. Rafagni, naturalmente, rimane di parere opposto e dichiara che il suo lavoro potrebbe essere il primo passo verso la scoperta dell’effettiva esistenza di segnali superluminali.(l.f.)

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