Più invecchi, più vivi: in altre parole, chi raggiunge e supera gli ottant’anni ha buone probabilità di arrivare fino ai cento e oltre. Un fenomeno che sembra riguardare non soltanto la specie umana, ma anche alcuni insetti, vermi e microorganismi, e le automobili. Lo rivela uno studio pubblicato su Science da un gruppo di ricercatori guidato da James Waupel del Max Plank Institute di Rostock, Germania. L’indagine rientra nel campo della biodemografia, una nuova disciplina nata dall’interazione tra biologia, statistica e demografia. Analizzando le statistiche di mortalità della popolazione umana e di un gran numero di esemplari di specie diverse, i ricercatori hanno scoperto che la tendenza a vivere più a lungo non riguarda solo gli uomini, come rivelano i dati demografici dei paesi più sviluppati, ma interessa anche la vespa parassita, quattro tipi di moscerino della frutta, un verme nematode e il lievito del pane. Pur con sostanziali differenze nell’andamento delle curve demografiche, tutti questi organismi condividono una caratteristica: superata una certa età la loro mortalità diminuisce progressivamente. Per quanto riguarda la nostra specie, per esempio, la probabilità di morire aumenta verso gli ottant’anni di vita ma si stabilizza intorno ai 105 e, addirittura, diminuisce dopo i 110. E visto che il fenomeno sembra riguardare anche le vecchie automobili, gli autori dello studio ipotizzano che si tratti di una caratteristica dei sistemi complessi.(red)
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