Categorie: Società

La matematica al potere

“Chi dunque costringerai ad assumersi la guardia dello Stato se non coloro che meglio conoscono quali sono i modi per la migliore amministrazione dello Stato e che possono avere altri onori e una vita migliore di quella politica? Vuoi che esaminiamo ora in che modo si potranno formare e condurre alla luce simili uomini, così come per taluni si dice che dall’Ade sono saliti fra gli dei? Ebbene, dobbiamo vedere quale tra le varie discipline possiede una simile facoltà? Quale sarà la disciplina che attira l’anima del mondo della generazione al mondo dell’essere?”. A interrogarsi così sul problema della formazione della classe dirigente è Socrate nel suo dialogo con Glaucone nel “La Repubblica” di Platone. Siamo in Grecia, nella Grecia di migliaia di anni fa, nella patria non a caso della geometria, della matematica e della democrazia.

E continua Socrate, che vuole indicare la disciplina che servirà agli scopi indicati: “Prendiamone una di quelle che hanno applicazione generale”. “Quale?” chiede Glaucone. “Questa disciplina comune e utile a tutte le arti e speculazioni e scienze, quella che ognuno deve per forza apprendere fra le prime…Questa disciplina piuttosto semplice d’imparare a distinguere l’uno e il due e il tre. Con questo intendo dire la scienza del numero e del calcolo. Non è vero che qualunque arte e scienza se ne deve servire? Non forse anche l’arte bellica?”. “Per forza”, non può che rispondere Glaucone. E quindi ne conclude Socrate dobbiamo cercare quelle discipline che “per loro natura conducono all’intellezione”, alla comprensione del mondo e dell’umanità che ci circonda.

E quali sono queste discipline che chi governa deve conoscere per prime? “Calcolo e aritmetica appaiono atte a guidare la verità, faranno parte allora delle discipline da noi cercate”. E quindi la conclusione non può che essere: “Dobbiamo prescrivere per legge la disciplina di cui stiamo parlando, e persuadere chi dovrà svolgere nello Stato le funzioni più importanti, a studiare il calcolo e ad applicarvisi, non in una maniera volgare, ma finché possa pervenire, con la sola intellezione, a contemplare la natura dei numeri, senza usarne per comprare e vendere come fanno grossisti e mercanti (!), ma per aiutare l’anima stessa a volgersi dal mondo della generazione alla verità e all’essere”. Insomma rigore, interesse generali, grandi ideali, verità, logica, dimostrazione. Affermazioni eversive di questi tempi. “E’ evidente che questa disciplina costringe l’anima ad usare la pura intellezione per giungere alla pura verità”. Dice ancora il filosofo. E come sono fatte le persone che la praticano? “Le persone naturalmente portate al calcolo hanno una naturale prontezza in ogni disciplina…E certo non potrai trovare facilmente cose che ad apprenderle e praticarle impongano maggior fatica di questa”.

Parole eretiche, si potrebbe dire: fatica, pensare con fatica? Malgrado ciò, ne conclude Socrate: “Per tutte queste ragioni non si deve trascurare questa disciplina, anzi vi dobbiamo educare le persone naturalmente meglio dotate”. Questo è l’interesse generale, per avere i migliori governanti possibili. “E bisogna considerare anche la geometria, che va coltivata in nome della conoscenza…Attirerà l’anima alla verità e sarà capace di produrre pensiero filosofico per mantenere in alto ciò che ora teniamo in basso. E quindi dobbiamo raccomandare agli abitanti dello stato di non trascurare assolutamente la geometria”. Insomma volete una classe dirigente preparata, che pensi al bene generale e non solo ai propri interessi, che sia competente ed affidabile? Fatele studiare la matematica, imparare il ragionamento logico, il saper trarre delle corrette conclusioni da ipotesi altrettanto corrette. Questo scriveva Platone più di duemila anni fa.

Un fatto abbastanza inedito sta succedendo, o meglio potrebbe succedere in un paese lontano, di cui nel nostro provinciale paese si parla solo quando si tratta di droga o della cantante Shakira, citatissima di questi tempi perché canterà la sigla dei prossimi campionati mondiali di calcio, e che è stata definita “l’unica esportazione legale della Colombia”, cosa assolutamente non vera. La Colombia è un paese che sta tentando da alcuni anni di uscire da una condizione difficilissima. Progressi ci sono stati e il 30 maggio ci saranno le elezioni presidenziali. Ci sono sei candidati, e di due in particolare voglio parlare. Uno dei due è in questo momento in testa nei sondaggi. Si chiama Antanas Mockus, ha 58 anni, ed è il candidato del Partito Verde della Colombia. Non è uno sconosciuto. E’ stato rettore della Università Nazionale a Bogotà e poi sindaco della capitale Colombiana. E soprattutto è un matematico.

Nel blog ufficiale di Mockus si legge tra l’altro a proposito dei temi centrali della campagna elettorale, e cioè legalità, violenza, rispetto dei diritti umani: “Credo che la gente sappia che userò la forza in modo legittimo quando sia necessario, come ho fatto a Bogotà, quando ero sindaco. Davanti alla gravità del conflitto, una parte consistente dei colombiani sembra disposta a tollerare qualsiasi metodo per ottenere la tranquillità. Davanti alla tragedia della guerra pensa che qualsiasi mezzo sia lecito. Per questo possono temere che dare il potere ad una persona come sono io, che preferisce sacrificare gli obiettivi piuttosto che utilizzare metodi illegittimi, non sarebbe una strategia efficace per ottenere risultati tangibili. Credo di aver dimostrato a Bogotà, che con i metodi legali si possono ottenere risultati più duraturi”.Quando è stato sindaco di Bogotà ha reso la città più sicura non puntando semplicemente sulla forza delle armi. Un piccolo fatto: sino a qualche anno fa era impossibile fermare un taxi per strada a Bogotà. Non si fidavano i passeggeri, non si fidavano i tassisti. Bisognava chiamare per telefono, avere un codice, altro codice all’autista e poi incrociando i due codici si saliva sul taxi. Da un paio di anni invece le cose sono cambiate.

Mockus è stato all’avanguardia nel parlare di legalità proponendo idee anche molto fantasiose per cercare di risolvere i problemi. D’altra parte una delle caratteristiche dei matematici è quella di essere capaci di adattarsi alle situazioni, saper affrontare problemi nuovi che nessuno ha affrontato prima. E’ il motivo per il quale i buoni matematici, anche in tempi di crisi, trovano lavori soddisfacenti nei più diversi settori. Matematici, anche italiani, hanno lavorato alle animazioni del film “Avatar”, per dirne una. Mockus è di origine Lituana, ma non ha mai vissuto in quel paese, la comunità lituana è piccola ma influente in Colombia. Nel 2004 il giornale Lituano a larga diffusione Draugas ha scelto Mockus come Lituano dell’anno. Parla perfettamente il lituano. Di recente in un articolo sulla stampa lituana (The Lithuania Tribune, 5 febbraio) è stato scritto che una eventuale vittoria di Mockus aprirà le porte a un rapporto più stretto tra i due paesi, che oggi non hanno neppure rapporti diplomatici. Nell’articolo si suggerisce che se Mockus dovesse perdere potrebbe tornare nella patria d’origine dato che le buone idee si possono applicare dovunque.

Uno dei punti importanti del programma è il rafforzamento e la diffusione delle conoscenze, dell’educazione e della formazione. Una cosa su cui Mockus si è impegnato moltissimo nella vita di rettore e poi di sindaco. Anche per abituare alla legalità. Ha scelto come sue vice Sergio Fajardo Valderrama, un matematico dell’Università de los Andes, che è stato sindaco di Medellín dal 2003 al 2007. Fajardo ha fatto il liceo al Collegio Benedettino, si è laureato all’università de Los Andes ed ha ottenuto il dottorato in matematica e economia alla University of Wisconsin-Madison, negli USA.

Insomma se Mockus vincerà le elezioni avremo un presidente e un vicepresidente matematici. La Colombia diventerà la Repubblica sognata da Platone? E’ comunque confortante sapere che una persona candidata alla presidenza di un paese sia dotata di una profonda cultura e di  capacità di comprendere e gestire la complessità della civiltà di oggi,e che questa qualità siano considerate garanzia per una buona riuscita nel governo di un paese. Aspettiamo i risultati delle elezioni. A quando un candidato matematico alle nostre elezioni?

Michele Emmer

Professore di matematica alla Sapienza Università di Roma, si occupa di superfici minime e di calcolo delle variazioni, di computer graphics, dei rapporti tra matematica e arte, tra matematica e cultura, di film, di mostre.Ha realizzato 18 film della serie “Arte e matematica”. Organizza da 16 anni il convegno “Matematica e cultura” a Venezia, è editor delle serie Springer “Mathematics and Culture” e “The Visual Mind”, MIT Press. Collabora a L’Unità, Sapere, Alfabeta2, La Stampa, Il Manifesto. Ultimi libri: "Numeri immaginari: cinema e matematica” (Bollati Boringhieri 2012). "Imagine Math 2" (Springer 2013)

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