In attesa di raggiungere Marte nel 2030 (come previsto dai piani della Nasa), per ora dovete accontentarvi di pianificare il vostro futuro soggiorno sul Pianeta Rosso. E come ogni buon viaggiatore sa bene, per farlo è fondamentale avere una mappa. Una fortuna quindi che lo United States Geological Survey (Usgs) ne abbia appena pubblicata una, e anche la più dettagliata mai realizzata, in cui vengono raccolte le informazioni collezionate da quattro spedizioni spaziali nell’arco di 16 anni, ovvero: il Mars Global Surveyor, il Mars Odyssey e il Mars Reconnaisance Orbiter della Nasa, e la Mars Express Probe dell’Esa.
“L’esplorazione di Marte negli ultimi decenni ha aumentato incredibilmente le nostre conoscenze della geologia del pianeta, e dei processi ed eventi che hanno dato forma alla sua superficie”, spiega Kenneth Tanaka, coordinatore del team dell’Usgs. “La nuova mappa geologica integra queste ricerche in un contesto olistico, che aiuta a mettere in luce alcune relazioni spaziali e temporali fondamentali, e ci fornisce informazioni con cui produrre e testare nuove ipotesi”.
La mappa realizzata dall’Usgs copre l’intera superficie del pianeta, e ha già permesso di realizzare alcune scoperte importanti. Mettendo insieme i dati delle quattro missioni spaziali i ricercatori hanno scoperto ad esempio che la superficie di Marte è più antica di quanto ritenuto in precedenza: i tre quarti delle attuali terre emerse risalgono ad una epoca definita Noachiano, cioè ad un periodo compreso tra i 4,1 e i 3,7 miliardi di anni fa. I nuovi dati inoltre sembrerebbe dimostrare che i cambiamenti climatici che hanno interessato il Pianeta Rosso avrebbero potuto permettere in passato la formazione di acqua e ghiaccio sulla superficie.
Ora la mappa verrà utilizzata dai ricercatori per valutare i potenziali siti di atterraggio per le future missioni su Marte, e perché no, anche per scegliere il luogo migliore dove installare la prima colonia umana sul pianeta. Anche se foste semplicemente curiosi comunque, è possibile consultarla a questo link.
Via Wired.it
Credits immagine: Usgs
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