La più lontana esplosione mai osservata

Assistere in diretta alla morte di una stella è già di per sé un evento eccezionale. Se poi questa stella è la più lontana mai osservata e sprigiona più energia di quanto il Sole abbia fatto in nove miliardi di anni, lo spettacolo è più unico che raro. Ne sono stati primi spettatori, il 23 aprile scorso, i ricercatori del Telescopio Nazionale Galileo dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), presso l’Osservatorio del Roque de los Muchachos, nell’arcipelago delle Canarie.

Sono le dieci di mattina, ora italiana. Improvvisamente il satellite Swift (il nome completo è Swift Gamma Ray Burst Explorer) della Nasa coglie un intenso lampo di raggi gamma. Il lampo oltre a essere intenso è anche lungo – dura almeno una decina di secondi – indicando un evento eccezionale. Il satellite punta immediatamente tutti i telescopi di bordo nella direzione da cui è arrivato il lampo gamma e dopo aver localizzato la giusta zona del cosmo (per farlo impiega circa 70 secondi),  “avverte” i telescopi terrestri, che fissano i loro occhi verso quel punto lontanissimo dell’Universo.

A 2.300 metri di altezza sul vulcano Taburiente nell’isola La Palma, il telescopio Galileo coglie per primo quella che gli esperti chiamano la controparte ottica del lampo gamma. I dati vengono inviati in tempo reale dalle Canarie in Italia alla sede di Merate dell’Osservatorio di Brera-Milano, e confermano l’eccezionalità dell’evento.

Secondo le analisi, infatti, la radiazione è stata provocata dall’esplosione dell’oggetto celeste più lontano mai osservato finora, distante 13 miliardi di anni luce dalla Terra, avvenuta solo 600 milioni di anni dopo il Big Bang. Secondo i ricercatori l’esplosione è probabilmente l’ultimo bagliore di una stella grande almeno cento volte più del Sole. Che nel suo ultimo alito di vita è stata in grado di liberare un’energia cento volte più elevata di quella emessa dal Sole nella sua intera esistenza. (c.v.)

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